Finiture sul titanio

Finiture sul titanio Del titanio si parla sempre come di un materiale immortale. Tecnicamente è vero. Ma anche il titanio può, superficialmente, presentare segni di invecchiamento. Piccoli graffi che possono renderlo meno lucente di quando era nuovo. Ecco alcuni suggerimenti direttamente da Darren Mark Crisp, il titolare della Crisp Titanium: 1. Per un effetto lucido “a specchio”, normalmente, si preparano i tubi per la lucidatura prima della lavorazione.  I tubi vengono messi nel tornio uno per uno e si lavorano con una spazzola di stoffa (cotone molto duro) e un po’ di pasta abrasiva  mentre il tubo gira ad una velocità piuttosto bassa. Si spazzola sempre in senso perpendicolare, girando la spazzola nel senso contrario.  Questa dà una finitura uniforme per quasi tutta la lunghezza del tubo.  Lavorando in questo modo, però, occorre fare molta attenzione durante le fasi successive perché la finitura a specchio potrebbe rovinarsi.  Si devono manovrare i tubi molto delicatamente durante il fissaggio nella maschera e durante la sgolatura.  Una volta finita la saldatura, si possono ripassare gli incroci/giunzioni dove il tubo cambia colore a causa del surriscaldamento (HAZ: heat affected zone). Le case che producono i telai in grande numero normalmente aggiungono un bagno in acido nitrico/fluoridico per togliere una maggiore percentuale di questi colori, prima della lucidatura finale. 2. Per un effetto satinato/lucido (stile Merlin) si costruisce il telaio in modo tradizionale. Una volta che è finita la lavorazione, si prende una spazzola sintetica del tipo scotchbrite (T-50 nel caso della Merlin) e,  sempre con una pasta abrasiva molto leggera, si passa la spazzola per l’intera superficie del telaio. 3. Per una satinatura (come sui telai CRISP) si fa un lavoro di costruzione tipico alla Merlin o Litespeed,   sempre purgato e sigillato per pulizia.  Non vengono introdotte sostanze abrasive prima del taglio/saldatura del telaio.  Anche utilizzando una macchina ad ultrasuoni sui tubi prima della saldatura Crisp preferisce non rischiare diprovocare inquinamento a causa dei residui lasciata dalle sostanza abrasive. La satinatura si inizia, invece, dopo l’ultima fase di saldatura prendendo una carta telata a grano 80 e passandola per tutta la superficie del telaio sempre in direzione perpendicolare al tubo.  Dopo si ripassa nello stesso modo con gr. 100, e poi 150.  Quando si ragginge una finitura molto fine si inizia con due tipi di carta sintetica (tipo scotchbrite) una più fine dell’altra.  In questo modo la lavorazione è più rapida che con una spazzola. «Ma ho notato – spiega Crisp – che fa la finitura con una macchina/trapano ha sempre problemi di uniformità in prossimità delle giunzioni». Questo perché il costruttore cerca sempre di entrare nei angoli, che sono i punti più difficili si satinare.  Per entrare spinge molto forte il trapano e consuma uno strato di materiale superiore rispetto alla parte rimanente del tubo.  L’effetto finale e’ una lucidatura molto riflettente che esalta tutti i difetti del tubo. Bisogna anche considerare che passando a mano si riesce a tenere la carta in contatto per una superficie superiore rispetto ad una spazzola elettrica. 4. Il telaio potrebbe anche essere sabbiato, ma questo tipo di  finitura è più difficle da mantenere nel tempo a causa di graffi e righe. articolo tratto da:...

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Tutto quello che non sapevate sul Center Lock

Probabilmente per tutti gli appassionati di mtb i freni a disco non presentano segreti ma per uno stradista convinto come è tutto molto sconosciuto  e stabilito che la mia futura spider dovrà essere dotata di  freni a disco mi sono messo a cercare informazioni e come al solito navigando qua e la  ho trovato  questo articolo scritto da Daniel Naftali e pubblicato su:  www.mtb-mag.com  Introdotto da Shimano diversi anni fa, il sistema di fissaggio dei dischi Center Lock è oggi l’alternativa al tradizionale sistema di fissaggio con le 6 viti. Più leggero e più sicuro? Secondo alcuni si, ma ci sono alcuni problemi di compatibilità che è bene conoscere. Quest’oggi cercheremo di capire vantaggi e svantaggi del sistema, vedremo come procedere ad un montaggio ottimale e vedremo come adattare dischi 6 fori a questo tipo di attacco. Il sistema Center Lock Concettualmente il sistema Center Lock è piuttosto semplice. Sul mozzo è realizzata una ghiera dentellata su cui va ad innestarsi il disco. L’incastro tra i denti presenti sul disco e sul mozzo impedisce che il disco ruoti rispetto alla ruota, mentre una ghiera di chiusura evita che il disco oscilli o si sfili. Un disegno vale più di mille parole: Il disco è montato, tramite rivetti, su uno spider in alluminio. Lo spider al suo interno presenta un foro circolare sulla cui superficie sono ricavati dei piccoli dentini. Sul mozzo è presente un innesto con dentatura complementare rispetto a quella del disco. Internamente all’innesto è presente una filettatura, su cui va ad avvitarsi la ghiera di chiusura, un sistema del tutto analogo a quello delle cassette. La ghiera di chiusura va a stringere il disco sul mozzo, impedendo ogni tipo di gioco. Il sistema lavora quindi sia ad attrito, per eliminare piccoli giochi e problemi di vibrazione, sia ad incastro, grazie alla dentatura. Il principale vantaggio del sistema è la rapidità di montaggio: basta stringere la ghiera per fissare saldamente ed in maniera sicura il disco, operazione facilmente eseguibile in fabbrica con pistole pneumatiche. E’ inoltre molto difficile spanare il filetto della ghiera, senza contare che si risolve alla radice il problema delle viti del disco che si allentano o si spanano. Il grosso limite del sistema, come vedremo meglio in seguito, è è la compatibilità con i perni passanti. La scelta di utilizzare come attrezzo di serraggio della ghiera la stessa chiave delle cassette ha creato infatti non pochi problemi di compatibilità. Center Lock e perni passanti Se il sistema funziona alla perfezione su mozzi quick release, l’introduzione su molte forcelle dei perni passanti anteriori ha fatto nascere una serie di problemi. Il grosso limite del sistema è infatti il ridotto diametro del foro della ghiera di chiusura: Come ben evidenziato in foto, già con un mozzo 15×100 non c’è sufficiente spazio per inserire la chiave di serraggio. Non parliamo poi dei mozzi 110×20, sui quali la ghiera non riesce neppure ad infilarsi sulla boccola. Si è quindi presentato un grave problema, a cui sono state date due diverse soluzioni. IL CENTER LOCK OVERSIZE La prima soluzione che ha proposto Shimano è stata l’introduzione di un secondo standard del seistema Center Lock, denominato “oversize”. A differenza del sistema tradizionale, che utilizza una ghiera di 35mm, il sistema oversize utilizza una ghiera più grossa (da 47mm), in grado quindi di alloggiare correttamente anche mozzi per perno da 20mm. Per il serraggio della ghiera non si utilizza più la classica chiave per i pacchi pignoni, ma una chiave specifica, simile alla precedente ma più grossa: la Shimano TL-LR20. Questo sistema non ha riscosso grosso successo ed è stato utilizzato...

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Da Passoni a scoprire come nascono i gioielli in titanio

Passoni è sinonimo di titanio. Era titanio quando comparì quel primo manubrio integrato, un pezzo unico tra curva e attacco. Ed era firmato Passoni. Erano in titanio Passoni quei primi telai eleganti e dal colore insolito, non verniciato, che superavano l’acciaio e guardavano dall’alto in basso la caducità dell’alluminio che intanto sfondava la porta del mercato.     Il titanio è rimasto stabile, come le sue caratteristiche meccaniche, nella qualifica di “materiale nobile” della bicicletta. E come tale viene ricercato dai cultori della bicicletta. Quelli che vogliono un mezzo che durerà potenzialmente in eterno (almeno per quanto riguarda il telaio) e comodo e su misura. Qualcosa di raffinato e unico, perché ogni pezzo che esce dall’officina di Vimercate è diverso da tutti gli altri. Misure e personalizzazioni grafiche sono a richiesta del cliente e ogni bicicletta ha una storia. E allora siamo entrati in questa fucina di sogni, per scoprire come lavora oggi un marchio raffinato e invidiato dal mondo del ciclismo. Tant’è che parecchi ordini arrivano dal di fuori dei nostri confini.     C’è titanio da Passoni ma anche acciaio e carbonio. E poi gli accessori da personalizzare, perché la bici deve essere vestita tutta nel modo giusto. Allora si ordinano anche manubrio e attacco e poi li si rivernicia come richiede il cliente. In mezzo a tanto titanio ci sono anche gli scatoloni Columbus. «È l’acciaio che usiamo per le single speed (il modello Va Lentina tra tutti, ndr) – spiega Diego Caccia, ex professionista e fresco acquisto del team Passoni – e ne lavoriamo parecchio qui». L’ufficio dove si accolgono i clienti e proprio dietro un’esposizione dei modelli storici di Passoni, compreso qualche azzardo geometrico mica facile considerando quanto sia duro il titanio da lavorare. Sul tavolo, esposti, come un set di gioielli, tubi e colori da far scegliere, poi esempi di lavorazioni. C’è anche qualcosa in carbonio (in catalogo c’è la “Nero” che un’esaltazione della fibra, sempre in stile Passoni).     A pochi passi di distanza c’è il laboratorio vero e proprio. Il posto dove i tubi vengono lavorati, tagliati alla misura giusta, messi in dima e poi sgolati per far combaciare le parti perfettamente prima della saldatura. Rumore di taglio e di raffreddamento a liquido, rumore di fresa che rifinisce e pulisce. La finitura unica dei telai Passoni è il frutto di un lavoro lungo e paziente con lo strumento guidato a mano ad addolcire i cordoni di saldatura e lucidare la superficie dei tubi. Quella che ne esce, poi, è una Passoni. Ulteriori informazioni su www.passoni.it Un video di lavorazioni in casa Passoni. Interessante l’esempio di come il titanio, pure sottoposto ad una sollecitazione molto importante, torni alla forma originaria. È la sua proverbiale elasticità, alla fonte del comfort delle biciclette realizzate in questo materiale:   articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow @RIALBIKE  ...

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