ANDARE IN FUORI SOGLIA

Se si pratica il ciclismo a livello agonistico una delle regole fondamentali è quella di arrivare prima degli altri, ma per fare questo bisogna andare fortissimo. La competizione spesso costringe l’organismo a sopportare sforzi sovrumani e che portano la frequenza cardiaca a livelli vertiginosi. La chiave di tutto questo ragionamento e che se si vuole essere più forti degli altri si deve essere in grado di andare oltre la soglia e saperci rimanere per un po’.

Il lavoro che si deve compiere in tal senso durante gli allenamenti è duplice. Da un lato è importante sviluppare delle doti in grado di innalzare la soglia anaerobica e dall’altro è anche importante riuscire a pedalare fuori soglia. Questi due aspetti spesso fanno la differenza tra un corridore mediocre ed uno vincente. Il capacità del fuori soglia spesso viene vista come un beneficio di madre natura attribuita a pochi eletti, ma in realtà è un aspetto che si può allenare.

Cosa si intende per fuorisoglia?

La soglia anaerobica rappresenta il confine fra due regioni di funzionamento molto differenti del nostro organismo. Al di sotto di tale valore il corpo è in grado di svolgere lo sforzo al quale è sottoposto riuscendo a utilizzare l’ossigeno che si assume mediante la respirazione. Al di sopra di tale valore l’ossigeno presente nel sangue non basta più e di conseguenza i muscoli iniziano a produrre una sostanza chiamata acido lattico. Quando questo avviene si iniziano ad avvertire dei dolori che prima o poi ci impediranno di proseguire.
Quanto appena detto quindi ci fa capire perché è importante allenare il fuori soglia. Più la soglia sarà elevata e meno si rischia di superarla durante una competizione. In altre parole se due corridori hanno soglie di 170 e 180 battiti al minuto, allora se entrambi lavorano a 175 battiti, sarà il secondo a vincere.

Quanto appena detto non è del tutto vero!!

In realtà si deve considerare anche la differenza di potenza, infatti due corridori che hanno la medesima soglia cardiaca, non necessariamente hanno prestazioni simili. Spesso i grandi atleti si distinguono anche per la potenza che sono in grado di erogare. Ad esempio se consideriamo due atleti con soglie cardiache simili e stesso peso, allora, a parità di frequenza cardiaca, sarà vincente quello che riesce ad erogare più potenza. Un buon allenamento dunque richiede che la potenza erogabile e la soglia cardiaca crescano di pari passo.

Se il problema è l’ossigeno allora c’entrano anche i polmoni

E’ evidente che il problema dell’ossigeno si può risolvere soltanto immettendone di più e questo sappiamo che dipende dalle capacità polmonari che si misurano in litri. dunque più sono grandi i nostri polmoni e più abbiamo la speranza di poter andare forti, ma non finisce qua. Il vettore dell’ossigeno nel nostro sangue sono i globuli rossi e la loro capacità di trasportarlo è strettamente legata al ferro che è presente, dunque un atleta con carenze di ferro non può essere vincente. La giornata no (come spesso la si chiama) dunque non è legata soltanto a fattori psicologici, ma spesso dipende anche da alcune carenze nel nostro sangue e che devono essere opportunamente integrate con una sana alimentazione.
La capacità polmonare spesso è un fattore legato più alla natura del corridore che non all’allenamento (anche se si può migliorare in tal senso), ma questo non deve scoraggiare chi non possiede queste conformazioni fisiche, infatti sono presenti degli studi che sembrano dimostrare la capacità, da parte del nostro organismo, di sfruttare meglio le risorse nel caso di deficit legate appunto alle capacità polmonari.

Quando si vince?

La vittoria non è legata soltanto a fattori fisici come quelli descritti, ma quello che spesso fa la differenza è il pilota di tali fattori (l’aspetto psicologico). Bisogna avere una buona conoscenza delle proprie capacità ovvero per quanto tempo e con che intensità si è in grado di lavorare fuori soglia e a tal punto portare allo scoperto gli avversari, costringerli al fuori soglia e possibilmente costringerli ad una acidosi prima che la salita finisca. Questa è la strategia vincente che si deve mettere in atto per prendere un buon distacco. In realtà entrano in gioco anche altri fattori ben più importanti come l’intelligenza degli avversari che potrebbero giocare da cuscinetto e pilotarci ad una auto esclusione dalla competizione. Insomma si deve valutare con attenzione se si è in grado di portare fuori soglia l’avversario.

Allenare il fuorisoglia

Un aspetto importante da comprendere è che non importa soltanto saper pedalare a lungo fuori soglia, ma è altrettanto importante la capacita di riassorbire l’acido lattico prodotto in un tempo relativamente breve. Per ottenere risultati accettabili l’unica cosa che si può fare è pedalare appunto fuori soglia e conviene farlo due o tre volte la settimana senza portarci ovviamente allo sfinimento. Il fuori soglia, durante gli allenamenti, spesso non è ben accetto dal nostro organismo e questo si può in un certo senso ricondurre alla pigrizia. Perché sostenere uno sforzo disumano se alla fine della salita non ci aspetta il traguardo? Per risolvere questo problema si deve partecipare a tante gare e mettere di tanto in tanto il muso davanti per aiutare qualche compagno di squadra o per chiudere qualche fuga. L’atmosfera della gara sarà un ottimo stimolo per il fuori soglia.

articolo scritto da:  Belcastro Marco

tratto da: www.ciclosgf.com

 

(N.B.Pubblico questo materiale non per arrogarmi meriti che non ho ma semplicemente per raccogliere tutte le informazioni che ho trovato utili nel corso dei miei studi e test in un solo posto comodo da consultare. ALEX RISSO)

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