Le più belle bici da corsa in titanio

Non esiste materiale più nobile per realizzare un telaio. Rigidissimo ma al tempo stesso capace di assorbire le vibrazioni, il titanio è eterno. E costoso. Gli artigiani italiani e americani ne hanno fatto un’arte: ecco le migliori bici al mondo articolo tratto da: red-live.it a cura di Sebastiano Salvetti È una scelta d’élite. Come preferire il jazz alla musica pop, apprezzare i chiaroscuri di Caravaggio piuttosto che l’arte moderna, affidare i sensi a un profumo di Grasse invece che a un’Acqua di Colonia… Il titanio, in ambito ciclistico, è IL materiale nobile per eccellenza. Meno diffuso dell’acciaio, del carbonio e dell’alluminio, abbina una lavorazione complessa a strabilianti qualità meccaniche. L’utilizzo in ambito bike risale agli Anni ’70 e da allora il prezioso metallo è stato catalogato in base a 9 gradi: dal primo, che identifica il titanio puro, al nono, detto anche 3Al-2,5V in quanto costituito da vanadio al 2,5%, alluminio al 3% e titanio al 94,5%. Lega, quest’ultima, ideale per la realizzazione dei telai in quanto facilmente saldabile, con un carico di rottura molto alto e un’elevata resistenza alla corrosione. Qualche anno fa si utilizzava anche la lega 6Al-4V (ossia il grado cinque), da molti considerata più pregiata per via delle sue caratteristiche meccaniche, ma ora la si trova solo sulle parti lavorate come movimenti centrali, forcellini e ferma guaine, anche per la grande difficoltà nel reperirla sul mercato. Si tratta, infatti, della lega più utilizzata in assoluto al mondo (oltre il 50%), soprattutto in ambito bellico, e quindi ben poca ne rimane per altri usi, con costi assai elevati. Indipendentemente dal grado il titanio è difficile da lavorare alle macchine utensili a causa della durezza: richiede una destrezza manuale fuori dal comune per la preparazione dei tubi. In aggiunta quando riscaldato diventa reattivo agli elementi atmosferici, ossidandosi. Le saldature vanno pertanto effettuate in atmosfera protetta (in presenza di gas inerte Argon) e… i costi s’impennano! Perché scegliere un telaio in titanio? È dotato di un’eccezionale risposta alla trazione, compressione e alle deformazioni plastiche. È più leggero dell’acciaio del 40% e altrettanto resistente. Certo pesa più dell’alluminio ma può contare su di una rigidità doppia. Non teme alcun affaticamento ed è totalmente insensibile alla corrosione. È, semplicemente, eterno. Rispetto alla fibra di carbonio? È più pesante ma porta in dote un migliore assorbimento delle sollecitazioni: braccia e schiena ringraziano. Fatta eccezione per De Rosa, le grandi Case costruttrici non hanno in gamma modelli in titanio, considerati troppo complessi e costosi da realizzare. Un’assenza, quella dei top brand, che ha lasciato libero sfogo a un nutrito gruppo di factory iper specializzate, in particolare italiane e americane, le cui lavorazioni rasentano l’eccellenza. Ecco le migliori specialissime in titanio. Alchemy Eros Il telaio americano ha un obiettivo ambizioso: coniugare la massima rigidità laterale con una grande capacità di smorzamento delle sollecitazioni verticali. Realizzato su misura e a finitura lucida/satinata, è offerto in kit con la forcella Enve 2.0 in carbonio (350 g) e la serie sterzo Cane Creek 110 al prezzo di 4.500 dollari (circa 4.000 euro). È compatibile con gruppi sia meccanici sia elettronici. Crisp Titanium Dal Texas a Castiglion Fiorentino, dalla patria della tecnologia a quella dell’artigianalità. Darren Crisp dal 2001 salda solo telai in titanio, realizzati su misura, utilizzando tubi ASTM Grado 9 (3Al/2.5V) a spessore costante, con pezzi fresati in titanio ASTM Grado 5 (6Al/4V). Il kit standard prevede tubo sterzo da 1-1/8” OS, con serie sterzo Chris King NTS e forcella Enve Composites USA Road 2.0 con cannotto da 1,125”; il triangolo posteriore è caratterizzato da foderi bassi da 22 mm, sagomati, con forcellini Paragon Breezer/Wright e foderi obliqui da 16 mm, il movimento centrale è BSA con filettatura inglese 68×40 mm....

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Da Passoni a scoprire come nascono i gioielli in titanio

Passoni è sinonimo di titanio. Era titanio quando comparì quel primo manubrio integrato, un pezzo unico tra curva e attacco. Ed era firmato Passoni. Erano in titanio Passoni quei primi telai eleganti e dal colore insolito, non verniciato, che superavano l’acciaio e guardavano dall’alto in basso la caducità dell’alluminio che intanto sfondava la porta del mercato.     Il titanio è rimasto stabile, come le sue caratteristiche meccaniche, nella qualifica di “materiale nobile” della bicicletta. E come tale viene ricercato dai cultori della bicicletta. Quelli che vogliono un mezzo che durerà potenzialmente in eterno (almeno per quanto riguarda il telaio) e comodo e su misura. Qualcosa di raffinato e unico, perché ogni pezzo che esce dall’officina di Vimercate è diverso da tutti gli altri. Misure e personalizzazioni grafiche sono a richiesta del cliente e ogni bicicletta ha una storia. E allora siamo entrati in questa fucina di sogni, per scoprire come lavora oggi un marchio raffinato e invidiato dal mondo del ciclismo. Tant’è che parecchi ordini arrivano dal di fuori dei nostri confini.     C’è titanio da Passoni ma anche acciaio e carbonio. E poi gli accessori da personalizzare, perché la bici deve essere vestita tutta nel modo giusto. Allora si ordinano anche manubrio e attacco e poi li si rivernicia come richiede il cliente. In mezzo a tanto titanio ci sono anche gli scatoloni Columbus. «È l’acciaio che usiamo per le single speed (il modello Va Lentina tra tutti, ndr) – spiega Diego Caccia, ex professionista e fresco acquisto del team Passoni – e ne lavoriamo parecchio qui». L’ufficio dove si accolgono i clienti e proprio dietro un’esposizione dei modelli storici di Passoni, compreso qualche azzardo geometrico mica facile considerando quanto sia duro il titanio da lavorare. Sul tavolo, esposti, come un set di gioielli, tubi e colori da far scegliere, poi esempi di lavorazioni. C’è anche qualcosa in carbonio (in catalogo c’è la “Nero” che un’esaltazione della fibra, sempre in stile Passoni).     A pochi passi di distanza c’è il laboratorio vero e proprio. Il posto dove i tubi vengono lavorati, tagliati alla misura giusta, messi in dima e poi sgolati per far combaciare le parti perfettamente prima della saldatura. Rumore di taglio e di raffreddamento a liquido, rumore di fresa che rifinisce e pulisce. La finitura unica dei telai Passoni è il frutto di un lavoro lungo e paziente con lo strumento guidato a mano ad addolcire i cordoni di saldatura e lucidare la superficie dei tubi. Quella che ne esce, poi, è una Passoni. Ulteriori informazioni su www.passoni.it Un video di lavorazioni in casa Passoni. Interessante l’esempio di come il titanio, pure sottoposto ad una sollecitazione molto importante, torni alla forma originaria. È la sua proverbiale elasticità, alla fonte del comfort delle biciclette realizzate in questo materiale:   articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow @RIALBIKE  ...

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