Altezza manubrio

Mentre la misura dell’altezza di sella appare praticamente certa in base alle misure fisiche del ciclista, il posizionamento del manubrio è una questione sempre aperta e soggetta a convinzioni discordanti. Questa misura, però, al contrario di quella della sella, non è il frutto di un calcolo certo, ma dipende dalle caratteristiche del ciclista. Perché questi sia ben posizionato sulla bicicletta deve poter raggiungere il manubrio in tutte le sue possibili prese senza difficoltà, deve anche essere il più aerodinamico possibile. Da quest’ultima affermazione ne deriva che il manubrio più è in basso e meglio è, ma questa valutazione deve tenere conto anche dalla lunghezza dell’attacco manubrio che permette la distensione sulla bici e, anch’esso, la posiziona aerodinamica. I numeri Mediamente 10, ma non meno di 4. Sulla bicicletta da corsa vale questa regola per la posizione dell’altezza del manubrio rispetto al piano della sella. È questa, in centimetri, la differenza tra i due appoggi. Abbiamo parlato di bicicletta da corsa, appunto, perché è questo il mezzo dove l’aerodinamica ha maggiore importanza. I vari tipi di biciclette, infatti, differiscono anche per la differente angolazione in cui il ciclista si trova a pedalare. Attenzione però. Un neofita è portato, istintivamente, a considerare più comoda una bici che preveda il busto più vicino possibile alla perpendicolare al terreno. Non è così perché, al di là delle considerazioni aerodinamiche che possono essere trascurate in determinate condizioni, la posizione eretta trasmette le vibrazioni proprio alla schiena andando, alla lunga, ad affaticare il ciclista. Certo, a piegarsi il più possibile in avanti ci vuole anche un po’ di allenamento, per cui, per uscite brevi e saltuarie una posizione leggermente rialzata può essere consigliata. Articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow...

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Come nastrare un manubrio da corsa

Navigando qua e la su internet mi sono imbattutto su questo interessante ed utile articolo sul come nastrare un manubrio da corsa. L’articolo l’ho trovato sul sito:www.bdc-forum.it e spiega esaurientemente la tecnica di nastratura del manubrio operazione che se ben eseguita valorizza moltissimo l’immagine ed il comfort della bici… ma se mal eseguita diventa punto dolente per l’occhio…e per le mani del ciclista! E’ inutile nastrare un manubrio con un cablaggio inadatto o guaine messe male sul manubrio. Ad esempio, non é bello girare con un manubrio cosí conciato… Meglio cosí, o no? Per quanto riguarda la “nastratura” in sé, é bene fare chiarezza che esistono piú modi di nastrare la curva manubrio, anche nell’ambito della stessa tipologia di piega e di utilizzo. Per evitare confusione, riassumeró le varie tipologie in pochi punti: -curva tradizionale (tonda, compact o anatomica) con moderni comandi integrati cambio/freno -curva a sezione “alare” (la maggior parte sono in carbonio) con moderni comandi integrati cambio/freno -curva tradizionale (piú spesso tonda, ma anche compact o anatomica) con le sole leve freno senza comandi cambio -curva da pista senza leve freno né comandi cambio Nastratura di curve moderne tradizionali Partiamo con la prima tipologia, la piú diffusa essendo usata sulla stragrande maggioranza delle moderne bici da corsa. E per maggior chiarezza uso una combinazione piuttosto comune: piega Deda e comandi Dura Ace 7900. La piega con una curvatura facile, leve con un gommino ampio e lungo che puó facilmente coprire i difetti che il corpo molto largo (i comandi 7800 erano piú “sottili” in zona manubrio) puó lasciare al momento di far girare il nastro. Si parte dal basso. Perché ha solo vantaggi, il piú importante dei quali é che se dovete cambiare le guaine o spostare i comandi, non dovete rifare tutto il nastro ma solo la metà superiore. Non sarà un caso infatti che tutti i professionisti e meccanici di squadre professionistiche o dilettanti usino questo sistema, perché di fatto svantaggi non ce ne sono, e se fatto correttamente il nastro non di disfa come qualcuno é portato a credere. Per la cronaca: decenni fa si iniziava il nastro partendo dall’alto per un sacco di motivi: -non era cosí comune il nastro elettrico per chiudere il nastro manubrio -i comandi cambio erano al telaio e le leve freno non avevano i cavi da far passare sotto il nastro (cambiare le guaine non era un problema) -il nastro manubrio era quasi sempre in cotone: per nulla elastico, spesso senza colla, e molto sottile, piú sicuro chiuderlo in basso con i tappi. Sono passati gli anni ed abbiamo diverse esigenze sulla bicicletta da corsa, non vi sono piú motivi di vivere negli anni antichi, a meno che ci si dedichi al Vintage. Ma questo é un’altro discorso. Si parte! Punto basso della piega, verso l’esterno ed in alto. Quindi -guardando il nastro come da seduti in sella- sul lato Destro si avvolgerà in senso antiorario (vedi foto in basso); e si avvolge il nastro in senso orario sul lato Sinistro. Lasciate un certo quantitativo di nastro “a sbalzo” in fuori, regolandovi con il tipo di nastro che avete, e lo spessore interno del manubrio: piú “duro” é il nastro (tipo quelli in pelle, etc) e piú stretto é l’interno del manubrio, meno nastro si lascia. Esempio: nastro “soffice” tipo quelli “cork”, o Specialized Roubaix, o Lizard Skins, etc; si lascia circa 1/2 larghezza del nastro. Per nastri “duri” tipo il Fizik a doppio colore e cucito o il Bike Ribbon cucito, o il Brooks in pelle; in questi tipi si lascia circa 1/2cm fuori e non piú, altrimenti inserire i tappi...

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IL MANUBRIO: le prese

Impugnare il manubrio La forma del manubrio da corsa si è andata affinando negli anni dando la possibilità ai ciclisti di assumere posizioni differenti sulla piega. Poter spostare il punto di appoggio permette al ciclista di variare la posizione sulla bici oltre che ridurre l’affaticamento a carico delle mani. Anche questo non è un punto di poco conto. La disposizione dei pesi in bicicletta fa sì che sulle braccia si vada a scaricare una percentuale alta del peso del ciclista. Variare l’appoggio evita l’insorgere di intorpidimenti alle mani e affaticamento precoce alla muscolatura delle braccia. Le zone di appoggio Basta sfogliare qualche catalogo o leggere le riviste specializzate per capire come i manubri moderni vadano sempre di più all’ergonomia. Con questo termine viene definita la relazione tra l’uomo e gli strumenti che questo utilizza. Più uno strumento è ergonomico e maggiormente sarà comodo da utilizzare. Nei manubri l’ergonomia ha portato alla ricerca di nuove forme offrendo sempre più zone di appoggio oltre alle classiche presa alta, appoggio sui comandi freni e presa bassa. Vediamole con calma partendo proprio dalle posizioni base. Presa alta E’ la classica posizione più rilassata. Il busto del ciclista ha un angolo più aperto rispetto al piano stradale e offre maggiore resistenza all’aria. Questa presa è comoda quando di procede ad andatura blanda e non ci sono necessità aerodinamiche. Permette di riposare le braccia poiché il peso del ciclista è spostato all’indietro. Tuttavia questa è anche la presa ideale quando si affronta una salita seduti sulla sella. Lo sforzo notevole esercitato sui pedali fa sì che si vada a ricercare la posizione più comoda per esprimere la massima potenza senza che ci siano implicazioni aerodinamiche vista la bassa velocità comunque sviluppata. A variare sarà l’angolo del gomito a seconda dell’impegno profuso e delle caratteristiche individuali. Importante è, con questo tipo di appoggio, fare attenzione a non avvicinare troppo le mani sul manubrio. C’è il rischio di controllare male la bici e non facilitare l’attività respiratoria. Un buon stratagemma può essere quello di puntare i pollici verso l’attacco manubrio. Presa intermedia Ci sono due modi di appoggiare le mani nella presa intermedia. Il primo è semplicemente facendo scivolare la presa alta in direzione dei comandi freni, il secondo afferrando direttamente il corpo dei comandi freno. Nel primo caso si tratta, praticamente, di una variante della presa alta quando l’impegno non è elevato. Il secondo è molto valido quando si procede in gruppo o comunque ad andatura sostenuta. Risulta comoda anche la vicinanza delle mani ai freni (in genere infatti si tengono le dita appoggiate già alle leve) ed è pratico per agire sui comandi cambio integrati. Quando si pedala in fuorisella, poi, la cosa più naturale afferrare i corpi delle leve dei freni che fanno da “perno” per l’oscillazione ritmica del manubrio.   Presa bassa E’ quella che permette la posizione aerodinamica più efficace. L’impugnatura di questo tipo prevede le mani appoggiate al di sotto delle leve dei freni, in posizione ideale per agire sui comandi. E’ anche la presa che permette il maggiore controllo nella guida. Nei manubri moderni questo appoggio viene facilitato grazie alla forma della curva bassa che è stata ottimizzata per aumentare la superficie di contatto tra palmo della mano e manubrio. Manu sui comandi Si tratta sempre di una presa alta ma, in questo caso, l’appoggio e? direttamente sul corpo dei comandi. In questa posizione si pedala bene in gruppo, non importa che la posizio- ne sia poco aerodinamica perche? si sfrutta la scia degli altri ciclisti. Pero? si possono azionare rapidamente i freni in caso di necessita? e si puo?...

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IL MANUBRIO DA CORSA

Il manubrio della bici da corsa (detto curva  o piega) conferisce una certa linea e stile alla bici stessa, rendendola pressoché inconfondibile rispetto alle altre biciclette. Chiamato “a corna d’ariete” in quanto con la sua forma arcuata nella parte esterna ne richiama l’immagine, ha origini antichissime, quanto la bicicletta stessa. Nelle prime biciclette di fine Ottocento, infatti, era necessaria una presa più bassa del manubrio rispetto a dove lo sterzo fuoriusciva dal telaio, per un migliore controllo del mezzo stesso, che presentava una ruota anteriore molto grande. Da lì si svilupparono manubri sempre con la possibilità di presa bassa, ma con il tempo, adottando ruote anteriori più piccole, ci fu la possibilità di afferrare il manubrio in maniera sicura anche in presa alta, vicino a dove questo si connette all’attacco. La forma del manubrio, pur essendo essenzialmente la stessa, può cambiare le proprie caratteristiche a seconda dei modelli. Si possono distinguere anche in questo caso varie tipologie diverse   La Curva Manubrio Curva, piega o semplicemente manubrio. Sono questi i termini con cui si sente parlare di quel tubo ricurvo che permette l’appoggio delle mani sulla bicicletta ma anche di governarne la direzionalità. Le curve manubrio possono essere in acciaio, in alluminio oppure in carbonio (in giro c’è anche qualche esempio in titanio) e si differenziano per pesi, forme e geometrie. Le forme della curva Vi sarà capitato di sentire parlare di manubrio a cassetta o da pista o curva italiano o belga… facciamo chiarezza. Linea squadrata La curva a cassetta o belga o “alla Merckx” è un manubrio con la parte superiore piuttosto dritta e la curvatura secca alle estremità. La parte dove vengono fissate le leve dei freni è regolarmente arrotondata.   Linea morbida La forma italiana è detta anche “alla Gimondi”, già, era proprio il rivale di Merckx ad utilizzarla e diventarne una bandiera. È caratterizzato da una forma più curvilinea, la parte superiore inizia a degradare verso il basso già a pochi centimetri dall’attacco manubrio.   Curve da pista Di questa tipologia fanno parte i manubri destinati all’impiego specifico della pista. Morfologicamente sono un’accentuazione della forma “alla Gimondi” con una parte alta molto inclinata e neppure comoda per l’appoggio delle mani. Sono specifiche per la pista proprio perché qui le mani vengono tenute esclusivamente nella parte bassa del manubrio per avere sempre il massimo del controllo sulla bicicletta.   Le pieghe moderne Dopo essere andati di moda alternativamente i due tipi anche in base alla peferenze di ogni ciclista, il merato è approdato a curve manubri più sofisticate. Il primo a proporre curve dall’aspetto più moderno fu Modolo negli anni ottanta. Le curve della casa veneta sono state le prime a considerare il concetto di ergonomia e a svilupparlo in maniera specifica. Le pieghe manubrio hanno iniziato ad avere angoli più netti in modo da fornire al ciclista un appoggio decisamente migliore grazie alla maggiore superficie di contatto tra palmo della mano e manubrio. Attualmente praticamente tutte le curve che si trovno in commercio sono dotate di una sagomatura speciale per la parte bassa. Spesso poi si hanno forme specifiche anche per la zona alta permettendo, di fatto, nuovi posizionamenti delle mani. Le curve da cronometro Sono manubri particolari studiati per dare al ciclista la massima posizione aerodinamica per ottenere le massime prestazioni nelle prove contro il tempo. I manubri da cronometro sono anche detti “a corna di bue” per la forma che li caratterizza. Solitamente sono impiegati con prolunghe aerodinamiche che permettono di chiudere le braccia a cuneo miglirando il coefficiente aerodinamico dell’insieme uomo-bicicletta. Le curve Wing Si tratta dell’ultima tipologia di manubri comparsi...

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