Altezza manubrio

Mentre la misura dell’altezza di sella appare praticamente certa in base alle misure fisiche del ciclista, il posizionamento del manubrio è una questione sempre aperta e soggetta a convinzioni discordanti. Questa misura, però, al contrario di quella della sella, non è il frutto di un calcolo certo, ma dipende dalle caratteristiche del ciclista. Perché questi sia ben posizionato sulla bicicletta deve poter raggiungere il manubrio in tutte le sue possibili prese senza difficoltà, deve anche essere il più aerodinamico possibile. Da quest’ultima affermazione ne deriva che il manubrio più è in basso e meglio è, ma questa valutazione deve tenere conto anche dalla lunghezza dell’attacco manubrio che permette la distensione sulla bici e, anch’esso, la posiziona aerodinamica. I numeri Mediamente 10, ma non meno di 4. Sulla bicicletta da corsa vale questa regola per la posizione dell’altezza del manubrio rispetto al piano della sella. È questa, in centimetri, la differenza tra i due appoggi. Abbiamo parlato di bicicletta da corsa, appunto, perché è questo il mezzo dove l’aerodinamica ha maggiore importanza. I vari tipi di biciclette, infatti, differiscono anche per la differente angolazione in cui il ciclista si trova a pedalare. Attenzione però. Un neofita è portato, istintivamente, a considerare più comoda una bici che preveda il busto più vicino possibile alla perpendicolare al terreno. Non è così perché, al di là delle considerazioni aerodinamiche che possono essere trascurate in determinate condizioni, la posizione eretta trasmette le vibrazioni proprio alla schiena andando, alla lunga, ad affaticare il ciclista. Certo, a piegarsi il più possibile in avanti ci vuole anche un po’ di allenamento, per cui, per uscite brevi e saltuarie una posizione leggermente rialzata può essere consigliata. Articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow...

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SERIE STERZO : nuovi standard

Una guida per far chiarezza sui nuovi standard di Daniel Naftali Negli ultimi anni sono stati introdotti alcune novità riguardo alle serie sterzo. Nuovi diametri per le sedi sul telaio e nuovi standard per i cannotti delle forcelle hanno cambiato quello che già prima era un mondo abbastanza complicato, tanto che per un bike poco esperto riuscire solo a capire che tipo di serie sterzo è compatibile con la propria bicicletta può diventare una vera e propria impresa. Nell’articolo di oggi vedremo come identificare in maniera univoca una serie sterzo, i principali standard di scatola sterzo e quale tipo serie sterzo e cannotto forcella possiamo montare. Lo S.H.I.S. L’acronimo S.H.I.S. sta per “Standardized Headset Identification System” ovvero sistema standardizzato di identificazione delle serie sterzo. Si tratta nient’altro che di un codice con il quale tutti i produttori identificano in maniera univoca una determinata tipologia di serie sterzo. Il codice identifica il diametro della scatola sterzo, il tipo di cannotto che è in grado di ospitare e la tipologia di calotte che monta. Prendiamo un codice di esempio, per chiarire meglio cosa significano le varie parti: La prima metà del codice identifica la calotta superiore, la seconda metà la calotta inferiore. Le due parti sono separate da una barra verticale. Per quanto riguarda la calotta superiore, identifichiamo tre parti: 1) Le prime due lettere indicano il tipo di calotta. EC sta per “External Cup”, ovvero calotte con cuscinetto esterno e stack più elevato; ZS sta per “Zero Stack”, ovvero calotte con cuscinetto interno alla scatola sterzo e quindi stack prossimo a zero; IS sta per “Integrated System” ed intetifica le serie sterzo integrate. 2) Le seconde due cifre identificano il diametro interno della parte superiore della scatola sterzo, arrotondate naturalmente trascurando i decimi. Gli standard utilizzati per la parte superiore sono 34, 44 e 49. 3) Le ultime due cifre dopo la sbarra si riferiscono al diametro del cannotto forcella nella zona di attacco manubrio. I diametri disponibili sono due: 28,6mm (1”1/8) e 38,1mm (1,5”), in questo caso non arrotondati. La parte inferiore è analoga per quanto riguarda le prime due parti: 1) Le prime due lettere identificano il tipo di calotta e possono essere come prima EC, ZS o IS. 2) Le seconde due cifre identificano il diametro interno della parte inferiore della scatola sterzo, sempre arrotondate per eccesso o per difetto all’unità. Gli standard utilizzati per la parte inferiore sono 34, 44, 49, 56 (quest’ultima misura è utilizzata solo per la parte inferiore, le altre sono le stesse della parte superiore). 4) Le ultime due cifre dopo la sbarra si riferiscono al diametro della sede della ralla inferiore (o pista di scorrimento) in prossimità della testa della forcella. I diametri sono due: 30mm (1”1/8) e 40mm (1,5”), anche in questo caso arrotondati all’unità per una maggior semplicità del codice. Nel nostro caso quindi la serie sterzo indicata con il codice EC34/28,6 | EC34/30, sarà una serie sterzo per scatola sterzo da 34mm dritta, con calotte di tipo esterno (EC) sia sopra che sotto ed adatta ad un cannotto forcella da 1”1/8. Il codice EC34/28,6 | EC34/30 identifica nient’altro quella che un tempo veniva chiamata serie sterzo di tipo tradizionale. Una serie sterzo con il codice ZS44/28,6 | EC49/40 sarà invece per scatola sterzo conica (parte superiore da 44mm ed inferiore da 49) con calotte di tipo zero stack (ZS) nella parte superiore e calotta esterna (EC) nella parte inferiore. Questo modello è adatto a forcelle coniche (parte superiore da 1”1/8 ed inferiore da 1,5”). Con il codice ZS44/28,6 | EC49/40 si identifica invece un nuovo tipo di serie...

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SERIE STERZO : cos’é

La serie sterzo è uno dei punti più delicati della bicicletta. Mantiene insieme le strutture portanti della bicicletta: telaio e forcella, che s’innesta in questo nel tubo di sterzo. Detto in parole povere, è quella parte che permette alla forcella di ruotare senza attriti e senza spostamenti nel tubo di sterzo del telaio Il meccanismo è composto dalla parte superiore ed inferiore che lavorano in coppia. Entrambe le parti prevedono delle calotte al cui interno sono imprigionate delle sfere che assicurano la libertà di movimento. È molto importante che queste parti siano regolate con precisione poiché le sollecitazioni subite dalla serie sterzo sono notevoli. La presenza di un “gioco” nel serraggio oppure di una chiusura molto stretta andrebbe ad amplificare le sollecitazioni provenienti dal fondo stradale provocando un danneggiamento dei pallini e delle piste di scorrimento che li accolgono. È attorno a queste regolazioni che si giocano tipologie e caratteristiche delle serie sterzo. Esistono differenti tipi di serie sterzo, per tipologia costruttiva e per dimensioni. Le principali sono: 1) serie sterzo classica, tipicamente da 1’’, utilizzata sulle forcelle filettate. Tipicamente si trova sui vecchi telai d’acciaio, da pista e da corsa, che utilizzavano le pipe. Negli anni il loro utilizzo si era drasticamente ridotto a favore di nuovi standard (le serie sterzo aheadset) ma, grazie al fenomeno del collezionismo e del recupero di bici d’epoca e a quello dello scatto fisso che ricorre in molti casi alla conversione di vecchi telai d’acciaio, è ancora facile trovare queste serie sterzo. Un tipico esempio di forcella filettata (sulla quale si usa una serie sterzo classica). Si può notare che sul canotto della forcella è presente una filettatura:     SERIE STERZO CLASSICA È composta da due calotte che vengono infilate a pressione nel tubo di sterzo e che fanno da base di appoggio alle sfere. Queste sono solitamente imbrigliate in una gabbietta che viene imprigionata dalla calotta superiore nella parte alta e dall’anello di chiusura infilato a pressione sul cannotto forcella. Il sistema prevede anche alcune rondelle e guarnizioni che ne ottimizzano il funzionamento e proteggono dalle infiltrazioni di impurità e acqua. Chiusura e regolazione ottimale sono date dalla calotta superiore che si avvita sulla filettatura presente sul tubo forcella mandando il sistema “a pacco”. Dopo la calotta superiore (o tazza) vengono inseriti prima una rondella inchiavettata e infine un controdado, che permette di mantenere il sistema stabile anche subendo le sollecitazioni della strada. Funzione della rondella è quella di impedire la trasmissione di movimento tra calotta e controdado. Per la serie sterzo tradizionale è previsto l’utilizzo di un attacco manubrio con la classica forma “a pipa” che si infila all’interno del cannotto forcella. Questo tipo di attacco permette una regolazione millimetrica dell’altezza del manubrio.   SERIE STERZO AHEADSET Il sistema “senza testa” è quello più moderno e utilizzato a livello praticamente universale sulle biciclette moderne (anche di bassa gamma). Il successo è dovuto alla facilità di regolazione per cui è stato concepito. Concettualmente funziona allo stesso modo rispetto al sistema tradizionale ma è pensato per forcelle con cannotto senza filettatura. La trazione sul tubo forcella è allora affidata ad un tirante interno al cannotto, non più alla filettatura. Il tirante (detto anche “ragnetto” per via della sua forma) viene infilato all’interno del cannotto e nella parte centrale presenta un foro filettato. Su questo foro viene inserita la vite di tiraggio che ha il solo scopo di compattare il meccanismo di rotazione tirando, appunto, la forcella. La vite, infatti, insiste sul cappellotto di chiusura superiore che si appoggia direttamente sull’attacco manubrio. Girando la vite si otterrà dunque il “tiraggio” della forcella. Il bloccaggio definitivo avverrà...

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