Il telaio: tubo orizontale

Il tubo superiore si trova tra tubo di sterzo e piantone. La sua funzione è una delle più semplici nella geometria del telaio poiché subisce sollecitazioni minori rispetto ad altre sezioni del telaio e difatti è realizzato con spessori più sottili rispetto agli altri tubi (almeno nella parte centrale, nelle zone estreme gli spessori devono aumentare per sopportare gli stress termici della saldatura). La forma del top tube (all’americana) è tonda o ellissoidale con diametro maggiore perpendicolare al terreno. In alcuni casi può essere schiacciato orizzontalmente sebbene lateralmente non subisca sollecitazioni eccessive. Nel gergo ciclistico viene anche detto tubo orizzontale ma, con le nuove geometrie dei telai questa caratteristica non è più scontata visto che nel disegno sloping è inclinato di alcuni gradi verso il tubo piantone. Il tubo superiore viene solitamente considerato come una sezione di “raccordo” e gli si dà un’importanza relativa. Da lui però dipende il comportamento della bici e gioca un ruolo non secondario nella stabilità di guida. Inoltre ci sono soluzioni geometriche che rendono quasi un pezzo unico piantone e pendenti posteriori facendo distribuire su tutta la struttura le sollecitazioni che vengono dal mozzo posteriore. Non è raro trovare il tubo superiore con forma curva con il compito di distribuire le vibrazioni del telaio e smorzarle senza che possano disturbare eccessivamente il ciclista. Ecco schematizzato l’andamento degli spessori di un tubo di alta gamma. La parte centrale è più sottile perché la forza viene distribuita sulla lunghezza della tubazione. Le estremità devono essere più spesse per sopportare gli stress termici delle saldature. articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow...

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il telaio: Angolo piantone

Un valore importante nella determinazione della giusta posizione in bicicletta è l’angolo del piantone. Questo viene considerato in riferimento alla linea di terra. I valori limite di riferimento variano di poco: tra i 72 e i 75 gradi, ma in questi margini ristretti si possono considerare differenze sostanziali nell’impostazione geometrica di una bicicletta. Le prime biciclette da corsa utilizzavano geometrie molto inclinate. L’angolo arrivava anche a valori inferiori rispetto ai 72° riportati come limite. Solo successivamente ci si è resi conto che uno spostamento più in avanti del bacino poteva risultare efficace per la pedalata. Comodità e applicazione della forza Stabilire un valore angolare ideale per il telaio è impossibile. Al di là delle differenze di taglia (solitamente si tende a fare i telai piccoli meno angolati rispetto a quelli più grandi – ma è, per lo più, una convenzione, poiché non esiste una regola assoluta) sono le diversità nelle caratteristiche fisiche di ogni ciclista a richiedere angoli diversi. Un telaio con angoli più accentuati viene solitamente considerato più comodo perché permette una maggiore distribuzione delle vibrazioni (che quindi si ripercuotono meno sul ciclista) e la pedalata più “da dietro” rispetto al movimento centrale chiama in casa più gruppi muscolari delle gambe permettendo una pedalata di maggiore potenza. E’ difatti un’impostazione maggiormente consigliata per passisti o per chi percorre lunghe distanze. Inoltre, un angolo più accentuato, sposta il peso del ciclista verso la ruota posteriore, dando maggiore stabilità in discesa. Il vantaggi di un telaio più “in piedi” (così viene definita una struttura con angolo piantone più dritto) è però di avere il bacino più vicino alla verticale del movimento e quindi di poter esercitare più forza in fase di spinta poiché ci si trova in posizione ideale rispetto al pedale nel momento in cui la pedivella compie la prima metà di giro partendo dal punto morto superiore (la posizione più alta del pedale). Una bici con queste caratteristiche permette al ciclista di accelerare con maggiore veemenza rispetto al telaio descritto precedentemente ed avere scatti più brucianti. La pedalata perde un po’ di rotondità perché si sfrutta meno la sua ampiezza per dare spinta alla bici (minori gruppi muscolari chiamati in causa) ma, proprio in fase di spinta, la potenza esercitata sarà maggiore. Orientarsi nella scelta Un telaio più dritto è utile se si partecipa a competizioni di breve durata in cui rilanciare prontamente l’andatura è di fondamentale importanza. Attualmente, dopo anni di corsa disperata verso angoli molto prossimi e in qualche caso superiori ai 74 gradi, si sta tornando verso geometrie più comode e vantaggiose sulle lunghe distanze. Il fenomeno delle granfondo, in questo senso, ha dato un contributo positivo.   articolo tratto da: www.cyclinside.com Follow...

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Il telaio della bici da corsa

Articolo di Paolo Pinzuti tratto da :www.bikeitalia.it Il telaio è la parte più importante della bicicletta. Quella che, oltre a reggere tutti i componenti, determina la posizione in cui staremo seduti per diverse ore mentre affronteremo salite insormontabili, cercheremo di stare a ruota degli amici o scatteremo verso il traguardo alzando le mani al cielo. Per questo motivo proprio il telaio è la prima cosa a cui si deve prestare attenzione. La giusta misura Un tempo le misure dei telai venivano espresse in cm che rappresentavano la lunghezza del tubo orizzontale, poi, quando sono stati introdotti i primi telai con la geometria sloping (ovvero con il tubo orizzontale leggermente in “discesa”) questa unità di misura ha perso di significato ed è stata sostituita con le taglie come nell’abbigliamento, dalla XS alla XL e oltre. Nonostante questo, è ancora possibile orientarsi: la maggior parte delle case costruttrici per ogni modello presenta anche la relativa geometria riportando quindi la lunghezza della linea orizzontale che va dalla serie sterzo fino al tubo reggisella (L). Questa misura può essere un buon indicatore per individuare la taglia giusta sulla base delle nostre misure fisiche, ovvero statura e distanza del cavallo da terra che dovranno essere incrociate sulle tabelle apposite fornite dai produttori. Il valore indicato nella tabella, però, è puramente indicativo e, in alcuni casi, può essere addirittura fuorviante poiché può capitare di ritrovarsi esattamente a metà tra due taglie. In questo caso vale la pena puntare sulla misura inferiore poiché è più semplice rimediare a un telaio troppo piccolo che a uno troppo grande. Ad ogni modo nulla può sostituire la prova in sella durante la quale il nostro corpo (e l’occhio attento di qualcuno che valuterà la nostra posizione in sella) ci dirà se siamo seduti sulla bicicletta che fa per noi. Trovata la misura giusta, occorre però confrontarsi anche con le altre misure del telaio: poiché la bicicletta è composta da due triangoli, è sufficiente cambiare anche di pochi millimetri uno qualsiasi dei lati per modificare radicalmente la posizione in sella. Performance vs. Comfort Qualunque bicicletta noi possiamo prendere in considerazione può essere collocata idealmente lungo un continuum che va da “comodo” a “performante”: le biciclette sono infatti macchine per trasformare la forza dei muscoli in velocità e, per farlo nel modo più efficiente possibile, occorre che il nostro corpo sia posizionato nel modo giusto.   Per rendersene conto basta guardare un atleta nel corso di una gara a cronometro: la sua posizione in sella consente di sviluppare la massima spinta possibile, ma a nessuno verrebbe in mente di dire che se ne sta comodo. In questo caso il ciclista ha la schiena molto arcuata in avanti e le braccia sono molto più basse rispetto al sedere, mentre il sellino è praticamente verticale rispetto alla posizione del movimento centrale. Questo elemento ci permette di arrivare alla conclusione che quanto maggiore è l’angolo di inclinazione del tubo piantone rispetto al terreno (nella figura 1 espresso con la lettera “A”), tanto maggiore sarà la capacità di spinta del ciclista in sella, ma anche la difficoltà di mantenere la posizione per periodi di tempo prolungati. Viceversa, un angolo A ridotto, consente una maggiore comodità ma anche una minore azione sui pedali. Un altro aspetto che incide notevolmente sulla performance e, di conseguenza, sulla comodità di un telaio è la lunghezza del carro posteriore (nella fig. 1 indicato con L1): quanto più corto è il carro posteriore, tanto maggiore sarà la reattività della bici alla pedalata, viceversa, un carro posteriore lungo significa una minore possibilità di ricevere scossoni e vibrazioni quando si cambia la frequenza...

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un telaio senza saldature

Da quando mi sono messo in testa di conoscere tutto quello che c’é da sapere sui telai bdc mi sono imbattutto in tantissime curiosità e questa che pubblico mi ha colpito particolarmente per la raffinatezza del prodotto finito. Articolo tratto da: www.rabici.com Non tutti i telai sono come quelli delle bici che utilizziamo tutti i giorni, cioè saldati. Alcuni adottano soluzioni diverse, come questa proposta da Vorwaertz, che si basa su giunti e tubi incollati. Nel video che mostriamo qui sotto potete dare un’occhiata a questo straordinario processo produttivo, che mescola tecnologie di altissimo livello (la realizzazione dei giunti con frese che permettono di ottenere oggetti completi da un progetto in 3D) a un tipo di rifinitura decisamente artigianale.   Le bici di Vorwaertz sono semplicemente eccezionali, e il modello fixed che mostriamo in queste immagini è realizzato con tubi in carbonio incollati a dei giunti di acciaio inox, in modo da ottenere un telaio stabile e dalla geometria ampiamente personalizzabile (basta progettare correttamente i giunti). Il peso della forcella è di 480 g mentre quello del telaio di 1100 g (avete letto bene, circa un chilo e mezzo!). Volendo, stampando i giunti in titanio potrebbe scendere ancora!               Follow...

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leggere ed interpretare le misure del telaio

Continuando nella mia ricerca di informazioni relative al telaio ieri mi sono imbattuto in questo interessantissimo articolo che , con semplicità, cerca di fare un po di chiarezza nella giungla di numeri che caratterizza appunto il telaio della bicicletta. L’articolo é tratto da: gpmciclismo.wordpress.com La scelta del telaio di una bicicletta rappresenta un momento importante per ogni ciclista di qualsiasi età. Ci si trova sempre di fronte a dei numeri e a delle taglie su cui elaborare una valutazione e una successiva scelta. Purtroppo i numeri e le taglie presentate dalle aziende nei vari cataloghi non identificano in modo univoco le dimensioni di un telaio. Questa situazione, già presente con le misure tradizionali, è diventata ancora più evidente con la diffusione di Telai a geometria Sloping. Le dimensioni di cui parliamo sono quelle destinate a condizionare anche la posizione in  sella: altezza telaio (o altezza del tubo verticale), lunghezza telaio (o lunghezza del tubo orizzontale), inclinazione del tubo verticale e altezza del tubo di sterzo. Le rimanenti misure che definiscono la struttura della bicicletta sono importanti per la guidabilità del mezzo ma meno per la posizione del ciclista. Esse sono: il passo totale, il carro posteriore, il carro anteriore, il ”rake” della forcella, l’avancorsa e la scatola del movimento centrale. Vediamo ora come si realizza la lettura delle misure di un telaio a geometria tradizionale La linea rossa (A) identifica la misura presa dal centro della scatola movimento al centro dell’intersezione tra tubo verticale e orizzontale. La linea nera (B), la misura centro/fine. La linea verde(C), la misura tra il bordo della scatola e la fine del tubo. L’importanza del tubo verticale. La prima misura fondamentale di una bicicletta è quella dell’altezza del telaio, definita a sua volta, dalla lunghezza del tubo verticale. Il tubo verticale è quel segmento di tubo che origina dal movimento centrale e si sviluppa in alto-dietro fino all’incrocio con il tubo orizzontale. La lunghezza del tubo verticale (disegno1) viene definita in modalità diverse nei cataloghi delle aziende produttrici di bici da corsa, che prendono in considerazione differenti punti estremi atti a delimitare il segmento verticale: La misura centro-centro viene rilevata dal centro del movimento centrale al centro dell’incrocio con il tubo orizzontale(1/A) La misura centro-fine viene rilevata dal centro del movimento centrale alla fine del tubo verticale sul collarino di chiusura del canotto reggisella (1/B) La misura sopra scatola-fine tubo viene rilevata dal margine superiore della scatola del movimento centrale alla fine del tubo verticale sul collarino di chiusura del canotto reggisella (1/C) Quando compare sul catalogo la misura ”lunghezza tubo verticale” non ci si può accontentare del valore numerico indicato, ma occorre conoscere a quali punti di rilevazione si riferisce tale valore. Il tubo verticale, incontrando il piano parallelo al terreno, determina la formazione di due angoli: uno ottuso anteriore e uno acuto posteriore, che è quello utilizzato per indicare l’inclinazione del tubo stesso. La misura dell’arretramento del tubo verticale rispetto al movimento centrale permette di risalire con una elaborazione di trigonometria al valore dell’angolo di inclinazione del tubo verticale. Al momento dell’acquisto di un telaio, sia esso nuovo o usato, è importante conoscere quali sono le dieci principali misure che definiscono la geometria e la taglia di un telaio. Ecco l’elenco delle misure fondamentali per valutare le dimensioni e caratteristiche tecniche di un telaio a geometria tradizionale e di un telaio a geometria sloping.       Legenda telaio Tradizionale: A) Altezza tubo verticale ( centro-centro o centro-fine o sopra scatola-fine tubo); B) Lunghezza tubo orizzontale (centro-centro); a°) angolo tubo verticale; S) altezza tubo sterzo; b°) angolo tubo sterzo; R) rake della forcalla;...

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