La scelta della guarnitura e dei pignoni

La scelta della guarnitura nella bicicletta da strada, assieme ai pignoni posteriori, riveste un’importanza fondamentale e, per la maggior parte di noi, condiziona la scelta dell’intera bicicletta perché poi, se non altro per motivi economici, difficilmente si ritorna sui propri passi. Vediamo innanzitutto di capire quale sia la terminologia corretta. Per guarnitura si intende l’insieme delle corone e della relativa pedivella.

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Fino a non tantissimi anni fa la scelta era semplice. Esistevano solamente guarniture doppie (con due corone) e, di fatto, si utilizzava quasi esclusivamente una combinazione 53/39 (il doppio numero indica il numero di denti delle corone, 53 denti la corona grande, 39 quella piccola). Più recentemente sono state introdotte le guarniture triple (spesso una 52/39/30) ma soprattutto le cosiddette guarniture “compact“, nient’altro che una doppia con due corone più piccole, generalmente 50/34.
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La corona anteriore, in combinazione con il pignone posteriore, dà origine al rapporto (potremmo anche chiamarlo “marcia” con un termine automobilistico) che, come suggerisce il nome, è appunto il rapporto tra il numero di denti della corona anteriore e quello del pignone posteriore che utilizziamo per pedalare. Ecco perché quando vi chiedono “Che rapporto usi?”, si risponde semplicemente con una coppia di numeri: per esempio 53×15 (si dice comunemente “53 per 15” anche se algebricamente è un orrore trattandosi di una frazione!), 50×14, 39×19, 34×25, ecc..
Il rapporto moltiplicato per la circonferenza della ruota (approssimativamente si può utilizzare una circonferenza standard di 210 cm per una ruota da 28 pollici) ci permette di sapere la lunghezza esatta che sviluppiamo con un giro completo di pedivella (360°).
Per esempio:
53 : 15 = 3,533 x 210cm = 7,42 metri
34 : 25 = 1,360 x 210cm = 2,86 metri
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che, con una corona grande davanti ed un pignone piccolo dietro, si pedala con un rapporto “lungo” e quindi lo sviluppo di pedalata è particolarmente elevato (una “marcia” lunga). Sono i tipici rapporti da discesa o da pianura se vi sentite dei campioni.
Viceversa, corona piccola davanti e pignone grande dietro equivale a rapporto “corto”, quindi ad uno sviluppo di pedalata modesto. Più la strada sale, o meno in forma siete, e più si utilizzano pignoni con un numero elevato di denti.
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Una guarnitura doppia tradizionale (53/39) fa molto “figo” ma, se non avete migliaia di chilometri nelle gambe, probabilmente vi stancherete prima a parità di pignone posteriore. Viceversa, una tripla (52/39/30) fa molto “schiappa”, forse in mezzo al gruppo vi guarderanno con diffidenza se non con disprezzo, ma è una scelta da prendere seriamente in considerazione se cercate una soluzione “multipurpose”, che si addica a qualsiasi tipo di percorso e che vi permetta di salvarvi quando andrete in crisi sullo Zoncolan o sullo Stelvio (perché con un rapporto particolarmente “corto” potrete affrontare in agilità salite anche molto lunghe e impegnative). In mezzo ci sta la doppia compact, oggigiorno certamente la più diffusa e spesso scelta obbligata quando si acquista una bicicletta.
Infatti, c’è anche questo da tenere bene a mente. Se investite cifre folli in questo bellissimo sport (per una top di gamma si possono spendere 10.000 e più Euro), nessun problema. Ordinate quello che volete, anche le viti del vostro colore preferito, e ci fate montare qualsiasi guarnitura o pacco pignoni. Purtroppo, se il budget a disposizione non è infinito, la bici da corsa si acquista così come la trovate e non c’è possibilità alcuna, o molto limitata, di personalizzazione. Generalmente, le guarniture triple vengono riservate alle biciclette economiche e non troppo costose anche se alcune case, poche purtroppo, hanno in catalogo la stessa bicicletta in due versioni: guarnitura doppia oppure tripla.Pignoni_SRAM_01
Valutate infine quale pacco pignoni viene montato alla ruota posteriore. A differenza di vent’anni fa, raramente è possibile sostituire un singolo pignone di quelli più grandi e, se l’acquisto non vi aggrada, dovrete cambiare il pacchetto completo, o una parte sostanziosa di esso, con una spesa non indifferente (fanno eccezione alcuni gruppi economici che adottano ancora i pignoni “singoli”, per esempio il Campagnolo Veloce o il Centaur). NOTA: per motivi di spazio non è possibile inserire tutte le combinazione di tutti i produttori. Vengono rappresentati i pacchetti più diffusi tra quelli di più recente introduzione.
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Infatti, sia Shimano (10 rapporti) che Campagnolo (11 rapporti) hanno gli ultimi tre o quattro pignoni (quelli più grandi e di più frequente sostituzione) rivettati in un solo blocco di difficile reperibilità. Almeno che non abbiate un negoziante molto disponibile e con un magazzino ben fornito, purtroppo spesso non resta altro da fare che cambiare l’intero pacchetto. Possedere due pacchi pignoni completi presenta però anche dei vantaggi. Si può infatti alternare, a seconda dei percorsi, una rapportatura da “pianura” (per esempio un 11/23) con un’altra da “alta montagna” (12/27). Tanti lo fanno e, con gli attrezzi giusti, il cambio si effettua in meno di 1 minuto.
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E’ utile sapere che, se optate per la tripla (52/39/30), spesso vi propongono un 12/25 al posteriore (si usano solo due numeri per definire un pacco pignoni: 12 è il numero di denti del pignone più piccolo, 25 quello del più grande, ma la scala completa è 12-13-14-15-16-17-19-21-23-25 per i dieci rapporti). Il rapporto più corto sarà quindi il 30×25 (ossia 1,2 pari a 2,52 metri di pedalata). In abbinamento ad una doppia compact (50/34), non è raro invece trovare un 12/27 o 12/29, il che è praticamente la stessa cosa (34 : 29 = 1,17 = 2,46 metri). E’ facile cadere nell’errore di innamorarsi di una bicicletta con una guarnitura tripla convinti di poter scalare anche i muri, salvo poi ritrovarsi con un rapporto che è esattamente lo stesso di una “doppia compact”.
Pensateci bene perché, se non altro da un punto di vista economico, la scelta è di fatto irreversibile. Per passare da una doppia tradizionale ad una doppia compact, infatti, non basta sostituire le corone: dovrete cambiare anche le pedivelle perché le viti di chiusura sono disposte in modo diverso (nonché riposizionare il deragliatore). Ancora peggio passare da una doppia ad una tripla (o viceversa), perché oltre a corone e pedivelle, si renderà necessario sostituire il deragliatore, il bilanciere del cambio posteriore e le leve del freno-cambio.

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Sarebbe sbagliato ritenere, a priori, che una scelta sia migliore dell’altra. A differenza di quello che comunemente siamo portati a ritenere, non è che ci sia un’enorme differenza, a parità di pignone, tra una tripla (corona più piccola 30) e una doppia compact (corona più piccola 34). L’ideale sarebbe poter provare la bicicletta in salita prima di acquistarla il che, ahimé, quasi sempre è impossibile. Non resta quindi che fare un’attenta analisi del proprio grado di allenamento e, soprattutto, dei percorsi che andremo ad inserire nel nostro programma di allenamento.

Personalmente preferisco la doppia. Avendo pedalato per una vita con la tradizionale 53/39, all’inizio ho avuto non poche difficoltà ad adattarmi alla compact 50/34 ma adesso mi sarebbe difficile rinunciarvi: la maggior spaziatura delle corone evita di avere rapporti simili come sviluppo metrico e, sulla salite più impegnative, il vantaggio della 34 rispetto alla 39 è innegabile. Probabilmente la guarnitura doppia è anche più facile da gestire rispetto ad una tripla (due possibilità invece di tre), ci si incasina di meno ed è più difficile sbagliare rapporto. Da un punto di vista estetico, una doppia è più piacevole come linea rispetto ad una tripla che, oltretutto, è anche più difficile da pulire (perché, ogni tanto, la bicicletta va anche curata, lavata e ingrassata!). Bisogna però obiettivamente riconoscere che una tripla vi permette, indiscutibilmente, di aggiungere una “marcia” supplementare al vostro motore!Guarniture_105_gruppo_NOMI
articolo tratto da: www.rupikaber.com

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