Il gusto di pedalare una bici divenuta unica

In attesa di ricevere gli ultimi pezzi del nuovo prototipo e soprattutto preso dal restauro della maino qualche giorno fa mi son detto… bhe perché non rifacciamo il look anche alla mia spider… Ed ecco il risultato. Smontata completamente , sabbiata e verniciata eccola nel suo nuovo look. A molti potrà anche non piacere ( come ad esempio al mio ciclista) ma a me piace moltissimo e ne vado fiero perché posso tranquillamente dire che ad oggi la mia spider é unica al mondo…;)))) e soprattutto perché, fatto salvo la sabbistura, me la sono fatta tutta da solo in garage comprese le ruote e la ramatura della guarnitura.              ...

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SEMPRE PIU’ VICINI AL COLLAUDO FINALE

Con l’assemblaggio delle parti cromate che finalmente mi sono arrivate il giorno del collaudo é ormai vicino. Dopo ottanta anni, una guerra e 50 anni di abbandono in un solaio fatiscente e umido finalmente la Maino di Papà tornerà a calcare le strade. Per terminare i lavori di restauro ormai mancano solo : i parafanghi, il carter le manopole e la copertura sella. Vi ricordate come era prima di iniziare i lavori di restauro?             E adesso godetevi i risultati dei lavori....

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Ehhh… vai con la ramatura!

Anche questa volta i saccenti che non credevano che sarei riuscito a ramare  con bagno galvanico hanno perso una buona occasione per prendere i loro inutili pareri e metterseli in …tasca…;)) Ci sono voluti un pò di tentativi ma alla fine il risultato é arrivato e tutto grazie alla santa internet. I primi bagni che avevo preparato funzionavano molto bene ed il deposito di rame era abbondante e rapido ma quando andavo a lucidarli lo strato di rame veniva via come carta stagnola. Ho cambiato le percentuali dei componenti ma … niente il risultato non cambiava fintanto che non mi sono imbattuto in un trattato di galvanica che diceva che il ferro aveva bisogno di un bagno galvanico basico e non acido come quello che avevo usato fino a quel momento e, cambiato il bagno ecco la magia, il rame si deposita e si attacca tenacemente al metallo e lo si può lucidare. Le foto che vedete qui sotto sono state scattate subito dopo aver esposto al bagno galvanico i pezzi per circa 20′ per due volte. Come potrete notare lo strato non ancora del tutto uniforme e domani li reimmergerò altre due volte fino ad ottenere uno strato uniforme ma senza cancellare i segni del tempo che come ho sempre detto non voglio che scompaiano.  Una volta raggiunto lo strato desiderato naturalmente li vernicerò con una vernice spry trasparente allo scopo di preservare i pezzi ramati dall’ossidazione. Come trattamento anti ossidazione, la ramatura non é certamente il migliore ma sotto l’aspetto dell’ eleganza trovo che la ramatura dia un tocco di classe ineguagliabile.      ...

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ED ECCO LE RUOTE DELLA MAINO

Nonostante  lo stupido ostracismo di ciclisti e meccanici ai quali mi sono rivolto per avere informazioni su come raggiare una ruota in 4 sono ricorso ancora una volta  alla magica internet e sono riuscito a  risolvere il problema. E’ stata dura! Per montare la prima ruota, ho impiegato un week end intero ed ho montato e smontato la ruota almeno 12 volte ma alla fine ci sono riuscito e per montare la seconda ruota ci ho messo  solo un ora e mezzo. Per quanto riguarda la centratura, il tensionamento dei raggi e la campanatura  non é stato un problema (avendo gli strumenti non é difficile) in media ho impiegato un circa un ora per ogni ruota. La soddisfazione più grossa é stato proprio riuscirci nonostante i pareri negativi :” lascia stare portami la ruota che te la raggio io”. Ed ecco le nuove ruote:       I cerchi sono stati sostituiti temporaneamente in attesa del restauro degli originali che necessitano di riporto di materiale in alcune zone che si sono assottigliate davvero troppo. Per quanto riguarda i raggi sono raggi da 2mm per 300mm a testa ricurva. (quelli originali erano assolutamente inutilizzabili) I mozzi sono maino anche se non sono gli originali che sto restaurando. Ho scelto di montare questa coppia di mozzi perchè ancora marchiati “MAINO” quelli originali purtroppo hanno perso la marchiatura completamente mangiata dall’ossidazione.            ...

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I parafanghi della maino

I parafanghi  insieme al carter sono quello che definisco la vera sfida ma rappresentano anche la vera interpretazione della mia filosofia: Non si cambia nulla se non é strettamente necessario. Più di un sedicente fornitore di pezzi di ricambio per bici d’epoca mi ha consigliato di cambiarli con delle riproduzioni “tanto chi se ne accorgerebbe” frase che ho sentito più di una volta. Pensate che oggi ho incontrato telefonicamente un fornitore di mozzi per bici d’epoca che seraficamente non si é trattenuto di rispondere alla mia domanda in merito agli oliatori: ” no i miei mozzi no hanno l’oliatore ma che problema c’é con un piccolo sovrapprezzo ti faccio i fori filettati e ti fornisco anche degli oliatori nuovi.” Ma torniamo alla sfida che mi obbliga a tentare tutto il possibile per salvare i parafanghi e portarli al loro originario splendore. Dalle foto noterette quanti interventi di saldatura sono stati effettuati. Purtroppo ieri durante la lucidatura mi sono accorto che in un lato del parafango posteriore la lamiera si é veramente assottigliata troppo. La tentazione di cambiarli é stata grande ma poi sfrugugliando sempre in internet ho visto idee interessanti per salvare i miei parafanghi dandogli robustezza solidità e… eleganza….. vi mostrerò il working progress…;)))                    ...

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