I vantaggi delle biciclette reclinate

 I vantaggi derivanti dalla posizione reclinata assunta in sella ad una recumbent vanno ben oltre il comfort straordinario che anche il ciclista meno esperto può percepire già dal primo istante. Lo studio della letteratura scientifica e la raccolta delle ricerche svolte nell’ambito della propulsione umana su due ruote ci possono fornire una visione chiara ed un quadro completo a riguardo. COMFORTIl sedile è sicuramente il componente più importante di una bicicletta reclinata, perché a questa parte è affidato il compito di sostenere la maggior parte del nostro peso. La posizione confortevole e rilassata garantita dal sedile permette di pedalare molte ore evitando l’inutile dispendio energetico causato dalle tensioni muscolari di braccia, spalle e schiena. Pedalare su una bicicletta reclinata è un esercizio che coinvolge esclusivamente le gambe. Le braccia e i polsi sono completamente rilassati, perché non sostengono il peso del corpo. Il collo e le spalle sono rilassate, perché lo sguardo è naturalmente rivolto in avanti. La seduta ergonomica permette ai ciclisti con dolori alla schiena, spalle, braccia o infiammazioni alla prostata di tornare a pedalare.SALUTELa posizione ergonomica garantita dalle biciclette reclinate permette di continuare a pedalare quando non è più possibile stare in sella ad una bicicletta tradizionale a causa di una di quelle patologie che possono colpire i cicloamatori di ogni età: cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, compressione del nervo ulnare e mediano (sindrome del tunnel carpale), tendinite, cisti, bolle, borsite ischiatica, prostatiti, sindrome del muscolo grande dentato, sindrome del muscolo grande pettorale. POSIZIONE  E CARICHI VERTEBRALI La nostra spina dorsale è composta da una serie di vertebre e dischi intervertebrali, che ci permettono la flessione del tronco in tutte le direzioni. La nutrizione dei dischi non avviene attraverso i capillari sanguigni ma grazie ad una azione di pompa generata dall’alternanza di carico e scarico. Contrariamente a quanto generalmente si crede, alcune semplici posizioni col solo carico naturale possono comportare notevoli pressioni sui dischi intervertebrali. Per esempio, la pressione generata sulle vertebre lombari quando pedaliamo in sella ad una bicicletta da corsa può raggiungere il valore incredibile di 450 kg. Questa pressione accelera la cessione di liquido da parte dei dischi intervertebrali. L’attività fisica intensa e le posture assunte per lungo tempo sovraccaricano e mantengono compressi i dischi intervertebrali. Il ricambio nutrizionale ne risulta compromesso, si ha la deidratazione e di conseguenza l’assottigliamento dei dischi. Il mantenimento delle normali curve fisiologiche, in qualsiasi posizione e attività è la migliore garanzia per una corretta distribuzione e assorbimento delle pressioni sulla colonna vertebrale. La pressione generata sulle vertebre lombari quando pedaliamo in sella ad un recumbent è di soli 45 kg e la posizione di “scarico” consente un afflusso di liquido ai dischi intervertebrali.     RENDIMENTO Le ricerche scientifiche sul rendimento delle biciclette reclinate sono state condotte negli ultimi anni da diverse equipe che si sono dedicate allo studio del cicloergometro reclinato, messo a confronto con il cicloergometro verticale.  Da queste indagini sono emersi risultati favorevoli al modello reclinato sotto diversi aspetti. E’ stato dimostrato che la cinematica degli arti inferiori durante la pedalata non differisce sostanzialmente nei due tipi di cicloergometro. I valori di frequenza cardiaca, pressione sistolica, percezione dello sforzo e consumo di ossigeno (VO2) sono più elevati con il cicloergometro verticale rispetto al reclinato. Il cicloergometro reclinato appare migliore per dispendio energetico rispetto al modello verticale nel recupero di pazienti con problemi cardiopolmonari e cerebrovascolari. Il cicloergometro reclinato sembrerebbe più utile durante la rieducazione in seguito a ricostruzione del legamento crociato, perché le forze a carico dell’articolazione del ginocchio sono più ridotte rispetto al cicloergometro verticale. La raccolta e l’analisi delle ricerche scientifiche condotte fino al...

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Biciclette reclinate – categorie e caratteristiche

L’assenza di limitazioni arbitrarie nella progettazione delle moderne biciclette reclinate, ha permesso ai costruttori di trovare molteplici soluzioni per ottimizzare il comfort e le prestazioni. Per fare ordine tra le diverse tipologie di recumbent possiamo utilizzare cinque criteri: il passo (la distanza tra le ruote) l’altezza della seduta da terra il tipo di sterzo la posizione della ruota motrice la presenza o meno di una carenatura     LONG WHEEL BASE (LWB) Le biciclette a passo lungo (Long Wheel Base) sono caratterizzate dalla posizione della guarnitura (pedivelle e corone anteriori) collocata tra le ruote anteriore e posteriore. Le reclinate LWB permettono di assumere una posizione in sella meno coricata (inclinazione dello schienale 55° – 65°) che favorisce l’apprendimento dell’equilibrio e facilita la guida a basse velocità. Questa tipologia di recumbent è particolarmente apprezzata negli USA e molto rara invece in Europa.   SHORT WHEEL BASE (SWB) Nelle reclinate a passo corto (Short Wheel Base) la guarnitura è collocata davanti alla ruota anteriore, ed è montata su di una estremità del telaio (boom) regolabile in base alla statura del ciclista. Per questo motivo, la maggior parte dei telai SWB possono essere costruiti in una taglia unica adatta alla maggior parte dei ciclisti. L’inclinazione dello schienale è molto variabile e parte da 10° – 20° per i modelli più performanti ed arriva fino a 35° o più per i modelli destinati ad un utilizzo cicloturistico. La posizione della guarnitura davanti alla ruota anteriore determina una possibile interferenza (heel strike) tra i talloni e la ruota stessa nelle curve molto strette. La tecnica corretta per affrontare le curve più chiuse è quella di portare entrambe le pedivelle parallele al suolo, evitando così il possibile contatto del tallone con la ruota sterzante.   HIGH RACERS Sono sempre più numerosi i costruttori che propongono nel loro catalogo uno o più modelli di biciclette reclinate High Racers, ovvero con una coppia ruote di grande diametro: 26” (ISO 559) 650c (ISO 571) 700c (ISO 622). Queste biciclette sono caratterizzate dalla posizione della seduta più alta rispetto alle altre categorie (circa 50 / 60 cm dal suolo). Le High Racers, grazie al baricentro più alto, sono le biciclette reclinate più facili da guidare per i principianti. La posizione più alta del sedile riduce al minimo la possibile interferenza tallone-ruota, e permette un percorso di catena più lineare che garantisce la minima dispersione di potenza. Inoltre la posizione più alta da terra aumenta la sicurezza sulle strade, ampliando l’orizzonte visivo del ciclista e aumentando la visibilità del mezzo da parte degli automobilisti. E’ una novità recente la comparsa sul mercato di recumbent con coppia ruote 700c (lo standard per le bicicletta da corsa su strada) che si avvantaggiano del minore attrito volvente tipico delle ruote di grande diametro e della possibilità di montare una ampia gamma di ruote e coperture disponibili sul mercato.   LOW RACERS La bicicletta reclinata da sempre più diffusa nel nord Europa è sicuramente la Low Racer, che si distingue per la ruota anteriore di piccolo diametro 20” (ISO 406 – ISO 451) e per il sedile collocato tra le due ruote, in posizione più bassa rispetto alle altre categorie (da 30 a 40 cm dal suolo). Questo tipo di configurazione è giustificata dalla ricerca della massima efficienza aerodinamica del mezzo, che si ottiene grazie alla posizione del ciclista più coricato e più basso. Il baricentro molto basso richiede al ciclista una grande sensibilità nel gestire gli spostamenti laterali del peso, per questo la Low Racer non è la reclinata più facile da guidare per un neofita. La gestione della catena sulle Low Racer...

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Biciclette reclinate: perché?

Ecco un bell’articolo che mi ha incuriosito e mi ha fatto scoprire la realtà delle biciclette reclinabili o per dirla da sofista “recumbent”. Con una dettagliata analisi dei pro e dei contro di queste strane biciclette mi ha fatto venire voglia di provarle quanto prima. Bicicletta reclinata o recumbent Il velocipede reclinato – comunemente chiamato biclicletta reclinata – è una categoria di veicoli a propulsione umana che pone il ciclista in una posizione seduta supina. La schiena è supportata da un sedile inclinato generalmente tra i 20 e i 50 gradi, le gambe sono estese in avanti sui pedali, che sono all’incirca alla stessa altezza del sedile. Il manubrio può essere al di sopra come al di sotto del sedile. Le ruote sono generalmente più piccole e più distanziate rispetto ad una bicicletta convenzionale. Le reclinate detengono i record di velocità per i veicoli a propulsione umana. fonte :Wikipedia   Perché?         Qualcuno direbbe :- Perché no? E già qui si potrebbe disquisire un bel po’, ma sostanzialmente recumbent perché ci piace un sacco! Badate bene che non sto parlando del solo aspetto estetico, ancorché infatti fin da lungo tempo addietro nel secolo scorso, l’aspetto delle reclinate mi fosse sempre piaciuto, questo da solo non era bastato. Mancava l’esigenza di pedalare ma, quando mi sono ritrovato nella necessità di utilizzare la bicicletta (nel mio caso per dimagrire dopo la mia prima “gravidanza isterica”), non ho esitato un attimo. La spinta finale a mettere in “tubi e ruote” i progettini già elaborati fino ad allora è venuta appunto dopo che per rimettermi in forma avevo preso la scatto fisso costruita ai tempi dell’università, tempi per cosìddire “non sospetti”, e dopo i primi 15 dei 50 chilometri prefissati stavo già avendo visioni mistiche. Al cinquantesimo di quei lunghissimi chilometri ero un “cadavere spaziale”, uno stato in cui mai fino ad allora ero finito, tanto che subito mi è partita la riflessione nonostante o forse proprio dovuta allo stato confusionale:    ma perché bisogna soffrire così tanto in bicicletta? In realtà ci tocca soffrire così perché pensiamo non ci sia alternativa, ma l’alternativa c’è eccome! Da allora io son riuscito a fare cose che mai avrei pensato, ed ho una bellissima conferma quando siedo su di una reclinata persone assolutamente a digiuno di ciclismo e li faccio scendere dopo più di 100 chilometri ancora interi, magari un po’ stanchi, ma assolutamente non doloranti ed in condizione neanche minimamente paragonabili a quel “cadavere spaziale” che per avere un po di sollievo alla schiena ed ai polsi era costretto a pedalare in piedi anche  in pianura… Poi c’è da dire che le recumbent sono un po’ come l’appetito (e ne so ben qualcosa) che vien mangiando! Inutile fare un giretto di 5 minuti, perché in quel lasso di tempo ci saltano all’occhio soprattutto le differenze con la bici classica, che subito ci sembrano difetti, e quella sorta di difficoltà, la stessa che abbiamo avuto proprio nei primi 5 minuti dopo aver tolto le rotelline alla nostra prima bicicletta. Tra le altre cose, non tutti si sentono liberi di fare il balzo, ben sapendo che poi niente sarà come prima (pillola rossa, pillola blu…) alcuni proprio non vogliono neanche salire proprio perché andrebbero a scontrarsi con tutte quelle che fino al giorno prima erano le loro idee, le loro certezze, le loro più intime convinzioni. insomma, la miglior cosa da fare è lasciare la propria bici e passare oltre; alla stessa maniera che da bimbo ho usato per abbandonare le rotelline: ho aspettato che la mia sorellina più grande non ci fosse, ho...

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