Tattica e dinamica nel ciclismo su strada

Stabilito che quest’anno ho deciso di cimentarmi in qualche gara ciclistica ho sentito l’esigenza di documentarmi un po su come affrontare una gara ciclistica. Come al solito gironzolando su internet ho trovato quest’articolo che ho trovato sufficientemente esauriente ed interessante …

Articolo a cura di: Dott. Zani Zeno medico dello sport 329 211 31 37

“Ogni sport ha le sue leggi e dogmi non scritti ai quali tutti si attengono perché plasmati dall’esperienza e tradizione. Il ciclismo, sport classico, nonostante le nuove tecniche di allenamento, mantiene intatti i dinamismi e le tattiche di gara consolidate nel tempo. Il sistema funziona, malgrado i problemi connessi (vedi seguito), fino a quando un atleta dimostra e conferma le proprie performance vincendo consecutivamente sei giri di Francia,(1999- 2004) applicando un nuovo modo di pedalare, che scardina completamente i dogmi precedenti.

 

CYCLING : TOUR DE FRANCE 2004

A questo punto, è lecito domandarsi se L. Armstrong attua una tecnica del tutto personale, che si adatta alla proprie capacità, oppure la sua tattica è ripetibile da altri ed ha un’effettiva valenza sul rendimento atletico di qualsiasi ciclista. Inoltre, questa tecnica è facilmente applicabile a tutti, o necessita di lunghi adattamenti fattibili solo da atleti di alto livello e determinazione?. Chi scrive (medico sportivo ciclista) ha accumulato in questi ultimi anni una notevole esperienza tecnica grazie all’uso di un sistema propulsivo di nuova concezione che, variando i suoi raggi di curvatura, aumenta la velocità di rotazione (specialmente in salita) confermando la considerevole efficacia dell’agilizzazione in salita.Inoltre è stata definita una nuova caratteristica della pedalata(fasicità)che grazie al aumento del freno inerziale può essere migliorata.

 

Termini di paragone

Nei vari ambienti sportivi gli atleti sono abituati ad esprimere e confrontare le loro prestazioni con parametri specifici per ogni settore.

I podisti, ad esempio, comparano le proprie prestazioni esprimendo la loro velocità costante in minuti a km.

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Es. 4 min/km = 15 km/h. I ciclisti paragonano le proprie performance citando il loro piazzamento in classifica generale o di categoria. Riguardo alla salita, punto critico, essi menzionano il rapporto al cambio utilizzato su una certa ascesa, considerando maggiormente performanti chi utilizza il rapporto più lungo.

Questi due parametri (classifica, rapporti) sono oltremodo inesatti ad esprimere e paragonare le proprie capacità.

Il primo, perché dipende dal numero dei partecipanti e dalle condizioni atmosferiche nelle varie edizioni.

Il secondo non esprime la velocità media reale in salita, ma solo la capacità muscolare ad avanzare a bassa frequenza di pedalata. Purtroppo questo termine di paragone è talmente radicato nella mentalità dei ciclisti, che perfino i programmi delle varie granfondo consigliano i rapporti massimi da utilizzare (39×26), declassando a  cicloturisti chiunque usi ad esempio, la terza corona anteriore.

LA PERCEZIONE SOGGETTIVA DELLA VELOCITA’

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Lo spostamento nello spazio è misurabile tramite appositi strumenti(contachilometri)e “sentita”dagli sportivi tramite la vista i sensori di accelerazione e di contrazione muscolare.Podisti canottieri pattinatori e fondisti valutano empiricamente la propria velocità in rapporto alla frequenza del gesto(falcata remata).I ciclisti nonostante siano tutti equipaggiati di  rilevatori della velocità percepiscono il proprio spostamento in funzione del livello di lavoro muscolare e abbinano la migliore performance(nella attività isolata e in salita)alla contrazione forte e continua dei muscoli estensori della coscia e allo stiramento del polpaccio.In realtà una pedalata a bassa frequenza porta in poco tempo ad una riduzione lenta della velocità dovuta all’affaticamento delle fibre muscolari.Al contrario l’elevata frequenza e l’accelerazione riducendo i tempi di contrazione danno l’impressione di una perdita di velocità mentre il contachilometri rileva una avanzamento costante, o aumentato.Questo abbinamento soggettivo tra sforzo muscolare e performance(velocità)è un fattore che convalida ulteriormente la filosofia dei rapporti relativamente lunghi specie in salita.

 

Dinamica e tattica di gruppo nei vari percorsi

 

cicliste in salita

Da sempre i ciclisti si comportano in questo modo quando sono in gruppo (20-50 ciclisti):

in pianura a media-alta velocità i più performanti (passisti) tirano il gruppo usando rapporti medio lunghi (52×15-13)

I meno performanti o allenati stanno in scia con rapporti medio agili (52×19-17).

Su saliscendi o ponti autostradali il gruppo, all’avvicinarsi di un’asperità rallenta leggermente (chi tira risparmia energie). All’inizio di ogni strappo o ponte i primi si alzano sui pedali senza cambiare rapporto sprintando fino alla sommità. Il restante del gruppo adotta a scalare la stessa tattica, naturalmente, nel susseguirsi degli strappi, qualche atleta si distacca esausto muscolarmente. Ad ogni sommità i ciclisti si siedono con le gambe affaticate e doloranti, recuperando la condizione muscolare e rallentando nella discesa seguente. In questo frangente alcuni atleti distanziati riescono a rientrare in gruppo.

 

Nel tratto pianeggiante che precede la salita, il gruppo, che procede a ranghi compatti, rallenta la velocità occupando tutta la carreggiata. All’inizio della salita i ciclisti scalano due-tre pignoni posteriori. I primi del gruppo si alzano sui pedali scattando repentinamente, gli altri seguono con la stessa dinamica. Dopo un chilometro di salita il plotone è allungato, e qualcuno già distaccato procede con andatura lenta e pesante. Tra il secondo e terzo chilometro davanti si forma un piccolo gruppo di scalatori che adegua i rapporti alla pendenza, rallentando il ritmo di pedalata. Dietro rimane la parte consistente del gruppo che insegue allungato. Se la salita è impegnativa e lunga, dal gruppo centrale si formano vari gruppetti che si distanziano tra loro. Lungo l’ascesa si evidenziano alcuni ciclisti “piantati” o “scoppiati”, trattasi di atleti incapaci di accodarsi ai vari gruppetti che avanzano singolarmente a bassa velocità con il tipico rapporto “spacca gambe”. Alcune volte, in passato, anche il sottoscritto ha fatto di questa categoria.

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Ora ci immedesimiamo nel ruolo di uno scalatore leggero e scattante. Apparentemente questo ruolo non dovrebbe presentare difficoltà nei percorsi misti e in salita.In realtà le classifiche delle gran fondo e delle gare professionistiche rivelano la presenza frequente di passisti scalatori nei primi posti, perché i grimpeur presentano delle difficoltà tecnico-dinamiche che ora analizziamo. Gli scalatori di piccola taglia e peso ridotto sono capaci di effettuare scatti e variazioni di ritmo in salita che “tagliano le gambe” ai passisti scalatori. Spesso però sono incapaci di continuare l’azione e vengono raggiunti dal gruppo di testa.

In teoria una corporatura piccola e leggera facilita il contrasto alla forza di gravità presente in salita, ma evidenziandosi fattori biomeccanici negativi (notevole chiusura del ginocchio e scarso freno inerziale), questi atleti hanno tendenza a ridurre la cadenza di pedalata e ad alzarsi regolarmente sui pedali. Questa alternanza di posture è l’evidenza di queste difficoltà biomeccaniche che risiedono nel diverso rapporto tra segmenti inferiori e lunghezze di pedivelle. Lo scalatore, utilizzando le pedivelle da 170 mm ha una velocità di apertura angolare del ginocchio superiore rispetto al passista scalatore di statura più elevata. Ciò lo porta ad utilizzare rapporti maggiormente lunghi che affaticano le gambe e lo obbligano a rilanciare la velocità sui pedali.

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La tattica di affrontare le salite e gli strappi alternativamente sui pedali e con una cadenza sempre più ridotta ha le sue conseguenze muscolari, come ad esempio mal di gambe, crampi, indolenzimenti residui, affaticamento dei muscoli estensori. Le ragioni che inducono tutti i ciclisti a comportarsi in questo modo sono di tipo psico-comportamentale (emulazione dei ciclisti professionisti), tecnico (mancanza di rapporti adeguati) e imitazionale (si riproduce la tattica degli scalatori).

L’adeguamento della lunghezza rapporti è determinata dai messaggi afferenti che riceviamo dai muscoli collegati  al ginocchio, che riguardano la velocità angolare, la tensione muscolare e l’accumulo di fatica dei muscoli stessi. Ogni ciclista si è abituato con l’esperienza ad ascoltare questi messaggi e ridurre o allungare i rapporti al cambio. Questo tipo di afferenze riflettono lo stato momentaneo dei muscoli e le azioni conseguenti risultano compensative e non subordinate all’effettivo miglioramento della performance. Lo scopo principale di un ciclista è ottenere il massimo rendimento (velocità) o il minimo dispendio di energie, a seconda della situazione tattica. Questi due obiettivi non si realizzano ascoltando in diretta i muscoli, ma prevedono una precisa tattica FISIO-DINAMICA atta a privilegiare le forze fisiche implicate (inesauribili) e ridurre la componente muscolare esauribile. Tutti noi abbiamo ritenuto fino ad oggi che la performance in salita, dove l’effetto scia è quasi inesistente, sia strettamente legata alla forza muscolare applicata che determina il rapporto peso-potenza. Da questo principio sono scaturite varie tecniche di allenamento atte a migliorare la forza muscolare espressa a bassa frequenza di pedalata. Le sei vittorie al Tour de France di L. Armstrong, ottenute con una notevole agilizzazione, contrastano questa convinzione radicata nel tempo.

Il vattaggio trasmesso ai pedali, riflette la nostra performance ed esprime sia la forza muscolare applicata, sia l’energia gravitazionale e inerziale delle masse nella pedalata che sono proporzionali alla frequenza di rivoluzione e al volume degli arti inferiori. Essendo la forza muscolare e il trasporto di ossigeno i fattori limitanti la nostra performance, amplificare le forze fisiche è l’unico sistema  che rimane per aumentare la nostra velocità specialmente in salita. Applicare in pratica questa nuova tattica non è semplice, e per questa ragione pochi finora sono riusciti a realizzarla.

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Agilizzare la pedalata in salita necessita un preciso metodo che da tempo sto affinando. La legge fisica che bisogna considerare per aumentare la frequenza di pedalata in salita è il primo principio della dinamica di I. Newton. Essa stabilisce che un corpo tende a mantenere il suo stato di moto o quiete. Naturalmente gli attriti e le forze che si oppongono al suo movimento tenderanno a rallentarlo. Applicata alle gambe di un ciclista questa legge significa che ogni aumento di frequenza della pedalata,  contrasta questo principio ed  è perciò ottenibile solo se disponiamo di una notevole forza aggiuntiva, al contrario mantenere una frequenza costante richiede un’energia minore. In pratica accelerare l’energia gravitazionale e inerziale delle nostre gambe(40% del peso corporeo) richiede una tattica ben definita che non si basa sulle sensazioni soggettive provenienti dai muscoli. Il sottoscritto, attuando questo metodo innovativo, ha riscontrato un considerevole miglioramento della propria attività in gruppo riducendo i classici sintomi da sovraccarico muscolare.

Rivediamo ora le situazioni tattiche precedentemente descritte effettuate con il metodo fisio-dinamico: ci immedesimiamo in un ciclista passista mediamente allenato che evidenzia difficoltà nei percorsi misti e in salita. Utilizzando la tattica classica nelle granfondo questo atleta è destinato a distanziarsi rapidamente dalla testa del gruppo e ad accumulare un notevole ritardo all’arrivo. Adottando la tattica fisio-dinamica egli può eliminare le difficoltà sui saliscendi e ridurre il distacco sulle salite impegnative aggregandosi a gruppi che prima era incapace di seguire.

 

Comportamento tecnico nelle varie fasi del percorso

–     prima di iniziare ogni strappo posizionarsi a metà gruppo per sfruttare al meglio le scie;

cento metri prima di iniziare ogni strappo inserire un pignone superiore agilizzando la pedalata;

all’inizio strappo sempre seduti inserire un’altro pignone superiore;

a metà strappo o ponte, innescare un ulteriore pignone superiore per agilizzare,  accumulare energia inerziale e sopperire alla mancanza di capacità muscolare o di eccesso di peso corporeo.

Eventualmente alzarsi sui pedali negli ultimi metri prima di scollinare

Con questa tattica si sopravanzano gli atleti che si distanziano e si rimane nelle prime posizioni del gruppo, che nel frattempo ha esaurito la fase sui pedali.

Raggiunta la sommità dello strappo attendere cento metri prima di inserire rapporti più lunghi.

In salita bisogna cambiare rapporto molto prima che intervengano le sensazioni di disagio da costrizione muscolare, perciò, prima che la salita abbia inizio occorre agilizzare la pedalata mantenendo mediamente 3-5 denti posteriori in più rispetto ai concorrenti più performanti.Nelle salite a varia pendenza modulare il rapporto avendo come punto di riferimento la velocità di rotazione delle gambe ( 75-85 pedalate al minuto).

 

Velocità e rapporti ottimali in salita indipendenti dal vostro livello di forma o capacità

39×19 = 23-25 km/h    39×21=21-23 km/h    39×23=17-20 km/h    39×25=14-17 km/h     39×28=12-13 km/h    34×30=9-10 km/h.

 

Decalogo tattico per scalatori (di peso inferiore a 65 kg)

– in pianura sfruttare la scia del gruppo agilizzando notevolmente la pedalata (100-110 rpm) mantenendo il tallone abbassato per evitare l’oscillazione sulla sella.

– sui sali-scendi mantenersi seduti nelle prime posizioni del gruppo, modulando il rapporto a seconda della pendenza.

– sulle salite pedalabili mantenere la testa del gruppo a frequenza media sfruttando la scia.

– sui strappi o salite impegnative sempre seduti agilizzare al massimo la pedalata e provare a distanziare gli avversari.

– alzarsi sui pedali per brevi tratti solo per tentativi di fuga efficaci o per recuperare da soli gruppi avanzati.

 

Decalogo tattico per passisti scalatori (di peso superiore a 75 kg)

in pianura ad andatura medio-alta utilizzare i rapporti normali a media frequenza (85-100 rpm);

su saliscendi mantenersi seduti e scalare in sequenza i pignoni posteriori anticipando la pendenza della strada, mantenendosi a 85-95 rpm (es. 53×23 a 25 km/h);

ad inizio salita mantenersi a centro gruppo sempre seduti con 3-5 denti superiori ai concorrenti scalatori;

in caso di distacco dal gruppo continuare in agilità coordinando la respirazione, accodandosi ai concorrenti che seguono;

in presenza di falsopiani attendere 200 metri prima di inserire un rapporto più lungo;

in discesa e pianura seguente riposare le gambe con rapporti medio lunghi, o tentare, nel caso di distacco,  di raggiungere la testa del gruppo, sempre in agilità.

La tattica fisio-dinamica come si evidenzia nelle modalità descritte non si può attuare per lunghi periodi a causa dell’affaticamento neuro-muscolare che interviene sulle lunghe distanze.Per questo motivo quando non siete in difficoltà (discesa pianura ecc.)è opportuno ridurre la frequenza di pedalata.Per ottenere il massimo rendimento con questa tecnica, è opportuno adottare pedivelle e pedali che garantiscano un adeguato freno inerziale.(vedi progetto innovativo)

 

Tattica e dinamica nelle gran fondo.

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Negli anni Ottanta le granfondo attuali sembravano lunghi raduni cicloturistici con l’exploit di qualche ciclista che in solitaria arrivava al traguardo.Oggi (2005) il notevole numero di partecipanti ,le qualità atletiche di molti di essi e la partecipazione di diversi ex-professionisti e dilettanti ha trasformato queste manifestazioni in vere gare con una dinamica propria diversa dalle competizioni professionistiche o amatoriali .Se osserviamo una granfondo da spettatori posizionandoci a metà percorso noteremo il primo gruppo di battistrada formato da 5-20 ex-professionisti seguiti a distanza di qualche minuto da ulteriori gruppi selezionati dal percorso formati da 10-50 ciclisti che si susseguono distanziati nel tempo.

Gara Ciclistica Tirreno Adriatico - Seconda Tappa.

Se la partecipazione è molto numerosa (3000-9000)si evidenzia di seguito un serpentone più o meno dilatato di cicloamatori che continuano a passare per lungo tempo.La situazione.al arrivo è simile con una accentuazione nei distacchi tra i gruppi e un allungamento progressivo del serpentone.La tattica di gara che determina la situazione descritta, prevede un’andatura iniziale elevata determinata dai gregari delle squadre più importanti che allunga e seleziona il gruppo.Le prime 2-3 salite del percorso sono effettuate a velocità soprasoglia dai migliori scalatori che si ritrovano nel primo gruppo di battistrada.Quando si sono formati diversi gruppi l’andatura si riduce per mantenersi costante fino all’ultima salita dove si verifica l’ultima selezione prima dell’arrivo.Da questa descrizione si evince che:

-a metà gara la posizione approssimativa di ciascun atleta è determinata dal gruppo di appartenenza

-difficilmente un ciclista isolato può raggiungere un gruppo più avanzato

-l’andatura in salita dei primi gruppi è simile

-i distacchi tra i primi gruppi si accentua nei tratti pianeggianti.

Di conseguenza chiunque voglia migliorare la propria posizione in classifica ,

-deve partire in posizione avanzata (possibilmente in griglia)

-deve effettuare il primo tratto pianeggiante alla massima velocità possibile in scia

-deve resistere nelle prime salite al ritmo cadenzato dai migliori

Caratteristica fondamentale per ridurre i tempi di percorrenza e/o migliorare la classifica oltre alle doti di fondo e di recupero,è la capacità a farsi trascinare dal gruppo e resistere in scia ad elevate velocità per lungo tempo.Se riusciamo a sostenere il ritmo di un gruppo avanzato  fino alla seconda salita è molto probabile mantenere questa situazione fino al traguardo perché esaurite le energie iniziali e determinati i distacchi tra i gruppi i pochi che fanno l’andatura riducono il ritmo per recuperare energie,e chi sta a ruota finalmente può prendere fiato.Questa caratteristica non è mai stata considerata dai tecnici e direttori sportivi e non è esplorabile con nessun test specifico.La presenza o la mancanza di questa qualità fisico-tecnica spiega ad esempio perché alcuni atleti nel azione singola sono molto forti (crono, fughe)mentre in gruppo ad elevata velocità possono avere  difficoltà. Al contrario chi riesce a farsi trascinare e a compensare, può ottenere dei buoni risultati mentre quando si trova  in allenamento o da solo non riesce a sostenere una velocità elevata.Questa qualità fondamentale nelle gare in gruppi numerosi, dipende sia da fattori tattici sia dalla capacità di compensazione individuale.

Fattori tattici

-scelta della ruota con scia migliore

-capacità tecnica di stare in scia

-scelta del lato stradale più scorrevole in caso di ostacoli

-tenuta della posizione in curva

-tenuta della posizione in discesa

-intuizione presenza concorrenti pericolosi

-capacità di aggancio treni in sorpasso

-elaborazione delle condizioni climatiche e stradali (vento laterale,buche,restringimenti,veicoli in sosta)

-percezione visiva del insieme del gruppo

-capacità di selezionare il rapporto in funzione del percorso e andatura

Queste caratteristiche tattiche sono presenti in chi ha già praticato agonismo a livello professionistico,dilettantistico o amatoriale e possono essere affinate dai novizi allenandosi con gruppi amatoriali misti.

La mancanza di alcune di queste qualità può creare problemi in gara come rallentamenti improvvisi,cadute,cambi repentini di traiettoria.La dinamica di un gruppo di centinaia di ciclisti è molto diversa dall’attività singola o di piccoli gruppi.Ognuno di noi oltre a conoscere le proprie capacità muscolari e metaboliche deve considerarsi una massa in movimento in mezzo ad altre masse.La dinamica di un gruppo ad alta velocità assomiglia molto alla dinamica dei fluidi in condutture di vario diametro e pendenza con particelle più o meno pesanti che rappresentano le masse dei diversi ciclisti.La conformazione frontale ad elevata velocità(a V rovesciata) è identica alla formazione in volo degli uccelli migratori(Focus ott 2002) che sfruttano le turbolenze favorevoli del compagno vicino disponendosi con un angolo di 40°

Ad esempio chi pesa 80-90 kg deve sapere che se perde diverse posizioni su uno strappo può recuperarle facilmente nella discesa successiva, mentre un ciclista leggero se rimane attardato su uno strappo o in salita è opportuno aspetti “un treno” per poter rientrare con poca fatica sui fuggitivi.In presenza di strettoie i ciclisti ai lati del gruppo dovranno rallentare e retrocedere,mentre quelli al centro manterranno la loro posizione.

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Il ciclismo su strada è l’unica attività sportiva dove è possibile compensare notevolmente le proprie capacità metabolico-muscolari sfruttando la scia degli altri concorrenti e la ricarica gravitazionale degli arti,ciò a permesso ad esempio la vittoria di una Paris-Rubaix del trentanovenne Duclos Lassalle su F. Ballerini  rimanendo costantemente alla sua ruota.Questa caratteristica affascina da sempre gli appassionati e distingue il ciclismo su strada da tutti gli altri sport di endurance(maratona sci di fondo pattinaggio su strada) dove primeggiano i più performanti

Utilizzando al meglio le nostre qualità tattiche, la movimentazione degli arti(tecnica fisio-dinamica) e la messa in fase della pedalata si possono migliorare notevolmente i nostri risultati con un minor affaticamento generale e locale.

Quantificazione del grado di compensazione

Prendiamo ad esempio lo strappo in località Sibano sulla SS Porrettana presente lungo il percorso della Gfondo D. Cassani edizione 2002.

Trattasi di un ascesa di 600 metri con pendenza iniziale del 5% e finale in falsopiano.Un ciclista mediamente allenato sale da solo a18-20km/h,in un piccolo gruppo riesce a tenere i 25km/h e adottando le varie tattiche di compensazione può rimanere agganciato al gruppo dei migliori  in gara che procede a 30-35km/h.Il grado di compensazione risulta di oltre il 50% in velocità consentendo di proseguire fino alla salita pedalabile di Cerelio dove verrà agganciato dal primo gruppo inseguitore e potrà scollinare con il terzo gruppo con il quale raggiungerà l’arrivo.Il vantaggio temporale si può attestare sui 15-20 minuti su circa 3ore di gara con un evidente miglioramento in classifica.Se facciamo riferimento ad una gran fondo come la 9colli di Cesenatico(200km 3000 metri dislivello)un ciclista di medio livello(Vam 1000 metri/ora)che si aggrega fin dal inizio a partecipanti del suo stesso livello terminerà la competizione in 7 ore(3ore salita 1,5 discesa 2,5pianura) se invece adotta tutte le tecniche di compensazione potrà arrivare in 6,15-6,30 ore migliorando notevolmente la propria performance.Una compensazione accentuata potrebbe altresì cambiare lo scenario sul muro di Grammont o sul monte Donato trampolini di lancio per la vittoria del rispettivo Giro delle Fiandre e della 10 colli bolognese.Generalmente il percorso seleziona 10-15 atleti  che affrontano queste ultime asperità.Al inizio del ascesa tutti i ciclisti si alzano sui pedali con il 39/23-26,a metà alcuni si siedono e sulla sommità 1-3 concorrenti rilanciando l’andatura sui pedali guadagnano pochi secondi giungendo al traguardo.Questa nuova tecnica, permetterebbe ad altri 3-5 atleti che restano seduti utilizzando il 39/28 potrebbero scollinare assieme ai migliori incrementando il numero dei probabili vincitori.

Le capacità di compensazione dipendono dalle masse in rotazione e soprattutto dalla velocità del gruppo e può essere del:

50% a velocità superiori di 40km/h (pianura falsopiano salita lieve)

30-35% a velocità tra         30-35 Km/h (salita lieve media)

30%  a velocità  tra 23-30km/h(salita media)

20% a velocità   tra 10-20km/h(salita impegnativa)

10% a velocità  inferiori a 10km/h(salita ripida 15-20%)

Un altro vantaggio è il ridotto affaticamento muscolare la riduzione dei crampi e il miglior recupero della fatica muscolare.

La bicicletta è l’unico attrezzo sportivo che consente di compensare notevolmente(50%)le differenze prestazionali nei vari ciclisti.Lo sfruttamento dalla scia consente ad esempio un risparmio energetico del 30% a 40 km/h(Focus giugno 2002)sia ai ciclisti che ai pattinatori ma solo la bicicletta permette un ulteriore 20% di miglioramento grazie al uso differenziato dei rapporti che non esiste in nessun altro sport.Solamente coloro che integrano tutte le metodiche atte ad elevare la movimentazione delle masse possono ottenere risultati molto superiori alle proprie capacità muscolari e metaboliche.

I RAPPORTI DI TRASMISSIONE OTTIMALI

La componentistica  utilizzata  dalla maggioranza dei cicloamatori  cicloturisti e dalla totalità degli agonisti F:C:I:.risente del influenza professionistica,per cui i gruppi commercializzati presentano guarniture da 52/39 denti e pacchi pignone con dentatura minima e massima 11/29,e la sequenza più utilizzata è 12/23.

Per concepire la dentatura necessaria allo svolgimento di una granfondo, bisogna considerare la pendenza massima, la frequenza minima di pedalata che non sovraccarichi la muscolatura e le prestazioni personali(VAM)

Le pendenze massime riscontrabili per diverse decine di metri sono del 18-20 %,a cui corrisponde una velocità di 7-8km/h per la maggior parte dei cicloamatori(Vam 1000-1200 metri ora) esclusi qualche scalatore di livello professionale(Vam1400-1500) che può raggiungere i 10km/h.Se volete salire in parte seduti(in punta di sella)e a tratti sui pedali occorre pedalare con un minimo di 50-55 rpm a cui corrisponde una lunghezza metrica al suolo di 250- 265cm ottenibile con il 39×32-34(corone disponibili solo su cassette mtb Shimano).Per ridurre il peso ed evitare gli inconvenienti al cambio posteriore a gabbia corta, si possono adottare guarniture compatte  da 34/48-50 denti (Pinarello, Aken,FSA compact) e corona posteriore massima  da 29 denti=250Cm.Per i tratti in discesa l’adozione dei 11denti posteriori garantisce una adeguata velocità(48×11=9,32 metri).Per chi utilizza le 9V posteriori il pacco pignoni ideale è11-12-13-15-17-19-22-25-29 con corone 34/48 denti.Per chi utilizza 10Vposteriori il pacco ideale granfondo è11-12-13-14-15-17-19-22-25-29 denti.

Con quest’ ultima configurazione la differenza minima tra i pignoni è di 52cm e massima di 78cm.Questa scaletta garantisce una buona scelta di rapporti sia in pianura che salita e tolti i rapporti con incroci estremi di catena, rimangono 15 rapporti effettivi a causa di tre sovrapposizioni.La configurazione a 9Vgarantisce 13 cambi di velocità effettivi.

Dott. Zani Zeno medico dello sport 329 211 31 37

www.zanizeno.com/docs/tattica_e_dinamica.doc
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