Gates Carbon Drive: il silenzio della trasmissione a cinghia

Il punto di forza del Carbon Drive, sta nel suo “cuore”, chiamato CenterTrack, una fascia spessa 11mm composta da fibra di carbonio che lo rende molto più resistente delle classiche catene.   Logicamente il carbonio è solo nel cuore, gli strati esterni sono mixati con del poliuretano. “Smooth as silk”. No, non è la pubblicità di una costosissima compagnia aerea, ma di un prodotto che potrebbe cambiare la concezione di pedalata e di trasmissione.La Gates Corporation è un’azienda americana con le idee molto chiare: il futuro è la trasmissione a cinghia. Forti di più di un secolo di presenza sul mercato, i ragazzi di Gates hanno deciso di lanciare la prima pietra di una rivoluzione in quello che è il campo delle trasmissioni. Hanno ideato, progettato e prodotto il Gates Carbon Drive,
una cinghia dalla chiara derivazione motociclistica.Il concetto di portare nel mondo delle bici la trasmissione delle moto, è stato perfezionato, aumentando così il range di compatibilità del sistema con quanti più modelli possibili. Gates Carbon Drive: il silenzio della trasmissione a cinghiaIl punto di forza del Carbon Drive, sta nel suo “cuore”, chiamato CenterTrack, una fascia spessa 11mm composta da fibra di carbonio che lo rende molto più resistente delle classiche catene Logicamente il carbonio è solo nel cuore, gli strati esterni sono mixati con del poliuretano. “Smooth as silk”. No, non è la pubblicità di una costosissima compagnia aerea, ma di un prodotto che potrebbe cambiare la concezione di pedalata e di trasmissione.La Gates Corporation è un’azienda americana con le idee molto chiare: il futuro è la trasmissione a cinghia. Forti di più di un secolo di presenza sul mercato, i ragazzi di Gates hanno deciso di lanciare la prima pietra di una rivoluzione in quello che è il campo delle trasmissioni. Hanno ideato, progettato e prodotto il Gates Carbon Drive,
una cinghia dalla chiara derivazione motociclistica.Il concetto di portare nel mondo delle bici la trasmissione delle moto, è stato perfezionato, aumentando così il range di compatibilità del sistema con quanti più modelli possibili.Il sito di ufficiale, non mette a disposizione solo le cinghie. Ha un’intera gamma di prodotti per portare avanti questo rivoluzionario concetto. Sono in vendita, infatti, anche corone sia anteriori che posteriori. Le prime sono disponibili in versione da da 22 a 60 denti per una personalizzazione infinita, adatta per ogni tipo di utilizzo. I pignoni vanno dai 19 ai 34 denti.
E stato anche pensato l’allestimento tandem, don tanto di corona doppia e robbia cinghia.
L’adattabilità di questi prodotti spazia in un range di più di 200 bici, dai modelli da strada alle MTB, non disdegnando nemmeno i tandem. Il Gates Carbon Drive si può montare sia su single speed,
sia su bici con il cambio interno al mozzo.Sono anche in vendita degli interessantissimi accessori, come il misuratore di tensione, sia meccanico che digitale. Davvero utile è l’app per smartphone che serve a misurare la tensione ed altri parametri semplicemente inserendo il numero di denti delle corone e della cinghia.Ma veniamo ai vantaggi Magari non saltano subito alla mente, ma se ci si pensa non serve più oliare la catena con costanza, è decisamente più duraturo di una catena tradizionale e sicuramente molto più leggero. Ah, non dimentichiamoci che pedalare diventerà incredibilmente silenzioso.   Articolo tratto da: www.ebike.bicilive.it Follow...

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Bici con trasmissione a cinghia, la bellezza della semplicità

E’ trascorso molto tempo dal primo modello a due ruote, ma la bicicletta è ancora oggi, senza dubbio, il mezzo di locomozione più diffuso al mondo; sem plice, economico e che praticamente tutti hanno usato o avuto a disposizione almeno una volta. Negli ultimi decenni, anche sulla spinta di una accresciuta e più generale coscienza ambientalista, il mercato della bicicletta ha conosciuto nuovo slancio, segmentandosi in una miriade di modelli, in grado di soddisfare le più svariate esigenze della clientela globale cui si rivolge: da passeggio, mountain bike, corsa, elettriche, free style, pieghevoli, da bambino, etc.. La necessità di questa diversificazione ha spinto i progettisti a declinare il concetto di “due ruote” in forme anche molto diverse tra loro, attraverso l’applicazione di nuovi materiali e lo sviluppo di soluzioni tecniche innovative per approcciare e risolvere problematiche di per se classiche. Fra queste, anche la trasmissione della trazione alla ruota posteriore, che da sempre sulle biciclette è demandata alla catena, è stata oggetto di riconsiderazioni e riflessioni, una volta deciso di non utilizzare il parametro costo come il solo fattore discriminante di scelta fra le alternative. Alcune varianti sono risultate molto interessanti e funzionali, ma la soluzione con trasmissione a cinghia è senz’altro quella piu’ attrattiva e che esprime le maggiori potenzialità future, visto anche l’ormai consolidato impiego che trovano negli negli scooter e nelle moto, con ottimi risultati. La bicicletta con trasmissione a cinghia ha il vantaggio di non produrre alcun rumore durante la pedalata ed il cambio marcia, data l’assenza di parti metalliche in strisciamento relativo, visto che tanto le cinghie quanto le pulegge di utilizzo sono realizzate in materiale polimerico. Inoltre, il  preciso accoppiamento geometrico del sistema cinghia-puleggia e l’elevato rendimento della trasmissione, si traducono in una pedalata sempre fluida e leggera. Inoltre la manutenzione è ridotta al minimo. Gli svantaggi nell’uso di una cinghia sono pochi e riguardano per lo più chi vorrebbe modificare la propria bicicletta in una a trasmissione con questo nuovo sistema, infatti, data la sua stessa natura, la cinghia non avendo le maglie non può essere unita come le catene. Nel caso delle bici tradizionali c’è quindi bisogno di aprire il telaio per poter montare la cinghia, che è un pezzo unico, ed è poi necessario un sistema di tensionamento come un movimento centrale eccentrico o di tipo sliding dropouts. Il tutto è invece facilmente superabile se si adotta un telaio base specifico, già predisposto per usare una cinghia (tipo fodero posteriore obliquo smontabile), che integri anche il sistema per il tensionamento statico della cinghia. Da ultimo resterebbe il problema del cambio, dato che la cinghia non consente l’adozione di deragliatori; questo inconveniente è oggi facilmente risolvibile sulla ruota posteriore utilizzando un cambio interno al mozzo, con l’apposita puleggia dentata in sostituzione del pignone o comunque utilizzandola come bicicletta a scatto fisso; non è invece possibile, per una trasmissione a cinghia, l’uso di sistemi di cambio per variare il numero di denti e diametro della corona dentata anteriore. Viste le sempre più crescenti richieste del settore, negli ultimi anni Megadyne ha sviluppato una linea di cinghie dentate di trasmissione apposistamente disegnate per l’uso su bicicletta, in sostituzione della catena: la “Gold HS 8M” e la “Platinum HHT 8M”, entrambe nel passo metrico da 8 mm ed in larghezza base da 10 a 11,5 mm,  scelte per consentire di mantenere la posizione della “linea catena” su valori molto vicini a quelli standard della catena. In collaborazione con la americana Delta Cycle si sono poi studiate una serie di soluzioni che hanno portato alla realizzazione e commercializzazione di kits completi, tanto per impieghi su...

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Le scarpe per andare in bicicletta

  Articolo di Roberto Babini  tratto da: www.bikeitalia.it In genere  vedi, questi marziani vestiti con multicolore abbigliamento aderente,  “ancorati” saldamente al loro cavallo meccanico. Certo un dubbio ti assale, ma quando devono fermarsi e mettere il piede a terra, che fanno? Confesso, anche io alle prime armi non volevo saperne di pedale a sgancio.. tacchetta.. suola dura, linguaggio tecnico da malati della disciplina. Del resto capitava di vedere qualche capitombolo, e trovare il ciclista al posto della bici e viceversa. “Resto con la mia scarpetta da ginnastica, non sono mica matto!” Anni di MTB e mulattiere ad arrancare appresso agli altri, ma che avranno per andare più forte di me, piedi doloranti, insomma mi sono convertito. Per pedalare con efficacia è indispensabile indossare la scarpa giusta. Per molto tempo le scarpe tecniche, cosiddette “da ciclismo”, sono state uno strumento utilizzato solamente dagli sportivi ambiziosi della prestazione ma oggi non è più così. Un numero crescente di appassionati, semplici ciclisti della domenica (con tutto il rispetto) oggi sceglie una calzatura concepita per il ciclismo. Ve lo ricordare Archimede ed il principio della leva? Tranquillizzatevi, non è un esame ma occorre anche prendere in considerazione alcuni parametri di fisica elementare. Le calzature da ciclismo sono concepite tenendo presenti due fattori principali. La suola Appoggio del ciclista al suo fido cavallo, rappresenta il punto di forza che imprime ai pedali e, di conseguenza, genera il movimento. La suola di una calzatura da bici è composta di materiale plastico medio/duro, poco flessibile. La mancanza di flessibilità serve per evitare dispersione di forza e consente di concentrare maggiormente l’efficacia di pedalata. La tacchetta dello “sgancio rapido” Mi perdonino i più tecnici che non hanno bisogno di spiegazioni, lo sgancio rapido è costituito da una tacchetta (in materiale plastico rigido e resistente oppure in metallo) che applicato alla suola della calzatura, consente di agganciare la scarpa al pedale costituendo un corpo unico. Si aggancia automaticamente premendo il piede su un pedale provvisto di apposito ancoraggio e si sgancia con una torsione laterale, in genere regolabile. Con un fulcro ancorato al pedale, aumenta la concentrazione della forza di pedalata su un unico punto (il principio della leva) ed inoltre si genera una pedalata più rotonda ed efficace (i pedali vengono non solo spinti ma possono anche essere tirati verso l’alto). Come scegliere le scarpe per il ciclismo, alcune regole Contrariamente a quanto avviene in generale con l’abbigliamento dove lo stesso capo può essere utilizzato per diversi usi, con le scarpe prima dell’acquisto occorre avere ben chiaro in mente per quale scopo principale ci serve una calzatura e, di conseguenza, scegliere in base a queste caratteristiche. Turismo in bici Se lo scopo della pedalata è prevalentemente turistico, forse non conviene prendere in considerazione una scarpa eccessivamente tecnica, oppure dribblare la questione con dei sotterfugi. Salire e scendere spesso dalla bici, camminare per tratti in visita a musei o parchi con una calzatura concepita esclusivamente per pedalare non è certo il massimo. Uno dei metodi per evitare l’acquisto di una scarpa tecnica è pensare ad un puntale da montare sul pedale. Il puntale consente di migliorare l’efficacia della pedalata ed aiuta ad una posizione anatomicamente corretta di distribuzione della forza, nulla vieta di pedalare con delle comode ciabattine infradito, però non è il massimo per il logorio delle dita. Con il puntale qualsiasi calzatura va bene, sandalo, ciabatta, scarpa da ginnastica. Esistono, in commercio, calzature con suola intermedia, sufficientemente rigida per consentire una comoda pedalata, sufficientemente elastica per potersi permettere di camminare. Uno dei suggerimenti possibili è adottare due tipi di calzatura, utilizzare una pedale provvisto di ancoraggio...

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TELAISTI MADE IN ITALY

  Ecco una tabella riportante il nome e l’indirizzo di ditte italiane che producono telai in acciaio,alluminio e titanio. Visitate i vari siti e vi renderete conto del fascino del telio in acciaio…   AZIENDA LOCALITA' www.pennarola.com Corso Traiano 170/D - 10127 TORINO Tel.011-3173750 www.cicligrandis.com Via strada della Giara n°11 - 37142, Poiano di Valpantena (Verona) Tel. 045/525145 - Fax 045/8400593 www.ciclicasati.it VIA PRAMPOLINI 7 20900, MONZA – ITALY Tel.+39 039 284 0442 mail.ciclicasati@ciclicasati.net www.emmezetasnc.com Via Del Girasole, 13 41010 San Damaso (MO) Tel. +39 059 468355 mail.emmezeta@emmezetasnc.com www.somec.comVia S. Martino, 1/A S. Agata sul Santerno (RA) Tel. (+39) 0545 45162 - Fax (+39) 0545 45430 www.fm-bike.com Via Rosario, 25 – 25080 Polpenazze D/G (BS) tel/fax 0365 525926 – cell 329 6897000 info@fm-bike.com www.formigli.it. 16/A Via Spinucci Emilio, 50141, Firenze tel.+39 055 456 4945 www.scapin.com Via G.Galilei 12/A 35028 Piove Di Sacco (PD) Tel. +39 049 5840351 Fax +39 049 9703782 mail. info@scapin.com www.eusebicicli.com Viale Antonio Gramsci, 6 61032 - Fano (PU) Telefono: 0721 802644 Email: info@eusebicicli.comN.B.l'azienda non produce telai su misura www.cicliberma.it Vicolo Castelfidardo 24, 35141 PADOVA tel 049661695 www.tommasini.com via Nepal, 5/7/9 - 58100 Grosseto (Gr) - tel. 0564 455 006 - fax 0564 456 763 - email: info@tommasini.it www.legendfactory.it Viale 1 Maggio 13/15 - 24030 Presezzo (BG) Tel. +39 035461824 mail info@legendfactory.it www.speedcross.it Corso ITALIA, 20 - 20020 Vanzaghello (MI) Tel. +39 0331 657600 Fax +39 0331 659610 e-mail: home@speedcross.it www.daccordi.it Via Ilaria Alpi 26/28 56028 San Miniato Basso Tel. +39.0571401447 (R.A.) - Fax +39.0571401512 - E-mail: info@daccordicicli.com www.aerellibike.comNEGOZIO ABANO TERME (PD) Via Marzia, 103/105 Tel. 049.8669036 NEGOZIO TORREGLIA (PD) Via Mirabello, 29 Tel. 049.5212154 www.zullo-bike.com Via Sei Fontane 10, 37014 Castelnuovo del Garda (VR) Tel. 338 6985955 E-mail: info@zullo-bike.com http://www.paduanoracing.com/ Via del Commercio 5 05100 Terni ITALY Tel.3402879989 Email: info@paduanoracing.com http://www.mathitech.it Viale Miramare 5 Trieste Italia 34153 Trieste Telefono: +39.040.282.00.29 Email: info@mathitech.it Fax: +39 040 2820029 http://www.mathitech.it http://www.rewel.com Monte S. Pietro Hennewinkl 6 39050 Nova Ponente Tel. 0471 615139 FAX. 0471 615262 mail. info@rewel.com www.crisptitanium.comvia Mammi, 50 52043 Castiglion Fiorentino (AR) Tel: +39 0575 659181 Fax: +39 0575 659181 www.boeris.eustrada comunale di mirafiori,2 10135 - Torino Tel. 011 341112 E.mail. boeris@boeris.eu www.bandiziol.it via Provinciale 5 33096 San Martino al Tagliamento (PN) Tel. 0434 88159 info@bandiziol.it www.cicligrandis.com Via strada della Giara n°11 - 37142, Poiano di Valpantena (Verona) Tel. 045/525145 Fax 045/8400593 www.vetta.itVETTA s.n.c. di Antonio Ferruccio & C. Via Tunisi 29 – 35125 PADOVA (PD) tel. (+39) 049 610 610 fax. (+39) 049 610 610 mail. info@vetta.it   Follow...

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Pedivella “lunga”, pedivella “corta”, pedivella “normale”.

    Quali vantaggi offre l’uso di pedivelle più lunghe della media? Quali gli svantaggi? E ancora: in base a quali principi dev’essere scelta la lunghezza di una pedivella? E’ un componente da considerarsi di misura “standard”, sul quale “adattare” – per così dire – le caratteristiche del ciclista, a cominciare dalla posizione in sella? Oppure è da scegliere in funzione delle quote fisico-antropometriche individuali? E se le cose stanno così, perché la pedivella da 170 mm è quella più diffusa? Domande molto intriganti perché spesso nascondono pregiudizi e luoghi comuni difficili da estirpare. Domande molto interessanti per chi pedala, perché coinvolgono – in definitiva – l’intera teoria ciclistica e, in particolare, quella parte che riguarda la posizione sulla macchina ed il rendimento ottimale della pedalata. Dunque, un discorso che ci porterebbe lontano e che lo spazio tiranno ci impedisce di sviluppare come si dovrebbe. Ci proveremo, tuttavia, per grandi linee con l’intenzione soprattutto di dare un contributo per rimuovere i troppi pregiudizi del passato. Anche a costo di apparire schematici e non del tutto esaurienti. Partiamo da alcuni dati di fatto. Oggi le pedivelle più diffuse sono quelle lunghe 170 mm. I perché svariano dall’abitudine al conformismo, dall’esperienza consolidata, al timore della novità, ma non hanno una vera e propria ragione tecnico-scientifica. Non esiste ancora da noi, infatti, un modello teorico di riferimento del ciclista e del suo rendimento ottimale in bici che sia affidabile. Di rado la scelta della misura viene fatta rispettando i canoni amtropometrici del ciclista. Anzi. Si va per sentito dire, per usi e tradizioni abitudinarie, talvolta non del tutto condivisibili. O superate dall’evoluzione dei tempi. Spesso si dà più rilievo ad una verniciatura, ad un particolare estetico piuttosto che a questo componente. Come se da esso, da questa piccola, importantissima leva non dipendesse gran parte del nostro rendimento, quindi della nostra soddisfazione in sella. Eppure su di un dato la maggior parte degli esperti è d’accordo:   la lunghezza della pedivella dev’essere scelta in relazione alle quote degli arti inferiori Una teoria, però, che trova poca attuazione pratica. Anche se l’industria ed il mercato – occorre ammetterlo – offrono una gamma pressoché completa di possibilità. A frenare moltissimo lo sviluppo e la ricerca del giusto rapporto fra lunghezza degli arti inferiori e quota delle pedivelle sono stati nel tempo la relativa scarsità delle indagini speculative sull’argomento e il consolidarsi di molti, troppi pregiudizi. Prima fra tutte l’opinione che usare pedivelle più lunghe del tradizionale (la misura standard è di 170 mm) porterebbe ad un affaticamento pericoloso dei tendini e a una serie di guai che da questo problema discenderebbero a cascata. E talvolta le conclusioni non felici di esperienze frettolose o male effettuate hanno trovato appiglio in teorie, abbastanza condivise nell’ambiente delle due ruote fino a qualche tempo fa, ma spesso basate su conclusioni empiriche, o para-scientifiche, perché la ricerca non poteva avere alle spalle allora i mezzi e i metodi computerizzati di cui oggi dispone. Così, Giuseppe Ambrosini, uno dei “padri” della teoria e della tecnica della bicicletta (il suo “Prendi la bicicletta e vai”, è una vera e propria pietra miliare, anche se ora appare in taluni passi abbastanza datato) non nasconde la sua ostilità alle pedivelle più lunghe. Secondo Ambrosini il semplice aumento di un centimetro della lunghezza delle pedivelle provoca la crescita di due centimetri nel movimento del ginocchio dall’alto al basso durante la pedalata, mentre piede e caviglia compiono un percorso più lungo di 6,28 cm. lungo la circonferenza che rappresenta la rivoluzione completa. Ne deriva, secondo Ambrosini, che la coscia si flette maggiormente sul bacino quando il...

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