Come progettare un telaio su misura

In Lineup, fare un telaio su misura vuole dire stabilire la “posizione in sella” del ciclista. La posizione in sella è data dai 3 punti di appoggio del ciclista sulla bici: sella, manubrio, e pedali. I pedali ruotano attorno al punto fisso del movimento centrale, quindi sarà il centro di rotazione del Bottom Braket Shell (movimento centrale),un punto caratteristico della “posizione in sella”.   La quota A -altezza sella – determina l’estensione della gamba durante la pedalata. Per la sua determinazione, l’ex campione. B.Hinault, fornisce nel suo manuale, una formula per la sua determinazione matematica: A=0,885*H , ove H è l’altezza del cavallo. Il cavallo è rilevabile,appoggiandosi ad un muro senza scarpe, e  misurando con l’aiuto di un libro o una squadretta a 90°, la quota  H indicata in figura. Comunque , il valore di A, ricavato con tale formula, non deve essere rigidamente applicato,perchè dipende sia dalla propria elasticità tendinea, che dal tipo di scarpe e pedali. La quota  C ,arretramento di sella, concorre alla pedalata. E’ una quota variabile da persona a persona, anche in relazione al tipo di uso della bicicletta.Di solito tende a diminuire per bici da pista e crono(5-4-3 cm), ma tende ad aumentare (6-7-8 cm)per bici da granfondo -turismo. La regola più comune per stabilire l’arretramento sella, è la prova chiamata “del filo a piombo sulla rotula”(figura sotto): a pedivella orizzontale, la verticale passante nella zona della rotula, deve passare sull’asse del pedale. La figura a sinistra illustra quanto detto. Anche in questo caso,non bisogna applicare rigidamente queste “regole”. Bisogna considerare che se si vuole ottenere una pedalata più reattiva e agile, allora bisogna portare più avanti la rotula. Viceversa, per pedalate di gran fondo,più turistiche,portando indietro la rotula si “sentono ” meno i chilometri. Di solito nelle corse su strada sono i “passisti” che pedalano più all’indietro.Queste sono cose che il ciclista stesso poi prova,rendendosi conto in prima persona. Comunque in linea generale, nel posizionamento in sella per bici da pista,da cronometro,da triathlon e da corse in circuito brevi,la posizione avanzata è da preferire. Nei disegni  sotto, tratti dalle pubblicazioni del dottore italiano Zeno Zani,sono illustrati metodi per il controllo della giusta altezza di sella,dalla verifica degli angoli che si creano nella gamba durante la pedalata. In particolare per la verifica della giusta altezza di sella ,si deve verificare che con la gamba al punto morto inferiore della pedalata, ci sia un angolo tra femore e tibia di 150°-155°       Per concludere , ecco una tabella che riassume i valori medi delle 4 misure A,B,C e D che più frequentemente si riscontrano  in alcune categorie di ciclisti. (Quote in cm). articolo tratto da: www.geocities.ws   Follow...

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Come prendere le misure del corpo

Articolo  di Omar Gatti tratto da: www.bikeitalia.it La prima fase, per raggiungere un setup ottimale della bicicletta, è quella di rilevare le nostre misure corporee. E’ impossibile calibrare in modo preciso le regolazioni del mezzo senza conoscere le proprie quote antropometriche. Questo passaggio può apparire troppo tecnico o quasi un vezzo da professionista ai più, ma in realtà si tratta di un aspetto fondamentale. Infatti tutti i valori di regolazione della bicicletta vengono calcolati attraverso formule matematiche predefinite, dove le incognite vanno sostituite con le misure rilevate. Quali misure prendere Prima di entrare nello specifico e vedere come effettuare la rilevazione e quali strumenti servono, vediamo quali sono le misure da prendere e perché sono così importanti: • Altezza totale: denominata statura è una quota indispensabile per stabilire il nostro tipo di corporatura. Infatti le caratteristiche morfologiche umane possono riassumersi in tre grandi categorie: i normolinee, con un rapporto tra altezza e lunghezza degli arti equilibrato, longilinei, dove il rapporto risulta sbilanciato in favore degli arti e infine i brevilinei, nei quali gli arti risultano meno sviluppati rispetto alla statura. Il tipo di corporatura si ottiene calcolando il nostro indice schelico, un numero adimensionale che è il riultato del rapporto tra cavallo e statura moltiplicato per 100. Se l’indice è minore di 51 si è brevilinei, se è compreso tra 51,1 e 53 si è normolinei e se supera i 53 si è longilinei. Capite da soli che risalire al proprio tipo di corporatura sia fondamentale per iniziare a regolare la bicicletta; • Cavallo: detto anche altezza vertice ischiatico è forse la misura più importante e a volte l’unica che viene presa in considerazione, perché grazie a questa misura si può calcolare l’altezza della sella; • Busto: intende la lunghezza tra il vertice ischiatico e lo sterno. Serve per considerare la distanza sella manubrio e calibrare così la distensione sul tubo orizzontale; • Lunghezza del femore: ovvero la lunghezza che intercorre tra il vertice ischiatico e il ginocchio. Serve per calcolare l’arretramento sella; • Larghezza delle spalle: la luce tra le due articolazioni clavicolari, permette di determinare la larghezza del manubrio; • Lunghezza delle braccia: si misura partendo dall’articolazione clavicolare fino all’intersezione tra il pollice e il metacarpo del palmo della mano. E’ fondamentale per calcolare la lunghezza dell’attacco manubrio, l’inclinazione delle leve freno e la loro posizione; Gli strumenti necessari Per rilevare le misure antropometriche, dobbiamo armarci di: • Metro flessibile da 3mt: evitate di utilizzare i metri pieghevoli da muratore, poiché hanno un coefficiente di errore più elevato; • Livella metrica: detta anche “bolla”. Se non ne possedete una, potete utilizzare un libro dello spessore di circa 10mm; • Perno tondo: va bene anche una vecchia manopola da bici o un mestolo da cucina. Va tenuto in mano quando si misura la lunghezza del braccio, per poter individuare il punto d’intersezione tra pollice e metacarpo; • Muro: per appoggiarsi e stare ben eretti con spalle e schiena; • Una persona disposta ad aiutarci: prendersi le misure è un processo facile ma non semplice, per cui è necessario farsi aiutare da un’altra persona. Non cercate di fare da soli, rischiereste di prendere una gran cantonata; • Fondello o pantaloni da ciclista: dovrete indossare i calzoncini da ciclismo che utilizzate di solito, in modo da poter ricreare (soprattutto quando si rileva il vertice ischiatico) la situazione di sedura sulla sella; • Piedi scalzi: tutte le misure vanno prese appoggiando le piante dei piedi nude sul pavimento! Non effettuate rilevazioni indossando ciabatte o scarpe!   Il rilievo delle misure antropometriche passo-passo: Altezza totale (Statura) In piedi, appoggiati al muro, piante...

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Soglia Lattacida

A cura del Dr. Riccardo Borgacci   Soglia lattacida: definizione e test per misurarla Per soglia lattacida si intende il momento della prestazione fisica, o il punto grafico di un test, in cui il metabolismo anaerobico lattacido interviene massivamente in sostegno di quello aerobico; tale condizione determina una produzione di lattato superiore alla capacità di smaltimento muscolare e sistemico (>3,9 mmol/l). La soglia lattacida è anche meglio definita soglia anaerobica. La soglia lattacida si correla alla capacità di sostenere un esercizio prolungato; lo sforzo praticato sopra o sotto la soglia include una differenza essenziale dell’impegno metabolico. Sotto la soglia lattacida, i muscoli coinvolti nell’esecuzione del gesto atletico mantengono un’attivazione aerobica costante ed un impegno anaerobico lattacido persistente MA BLANDO. Per chiarire l’andamento dell’acido lattico durante uno sforzo incrementale è indispensabile avere sott’occhio uno o due grafici che mostrino l’attività cardiaca e la concentrazione di lattato nel sangue. Questi valori si possono ottenere mediante l’esecuzione di: Prelievo ematico durante lo sforzo Rilevazione della frequenza cardiaca durante l’attività (ancor meglio eseguendo un test Conconi)   Immagine di un test Conconi in cui è possibile notare la classica deflessione della linea retta che mette in relazione frequenza cardiaca e l’intensità di esercizio. Proprio nel punto di deflessione si individua la soglia lattacida. Purtroppo, in molti soggetti l’andamento della frequenza cardiaca in funzione dell’intensità d’esercizio non permette di identificare un punto di deflessione; per questo motivo, molti fisiologi dell’esercizio preferiscono misurare la quantità di lattato nel sangue ad intervalli di tempo prestabiliti durante un test incrementale simile a quello previsto dal test Conconi (vedi immagine sottostante). Perché è importante determinare la soglia lattacida? Rilevare la soglia lattacida assume un’importanza fondamentale sia nell’atleta che nel soggetto che pratica sport-terapia (contro ipertensione, diabete, obesità, dislipidemie, sindrome metabolica, ecc). Nell’atleta di endurance (gare di fondo lungo) la soglia lattacida rappresenta il limite massimo oltre il quale NON è possibile incrementare lo sforzo SENZA che il lattato si accumuli ed incida negativamente sulla contrazione muscolare; correre, nuotare, pedalare, vogare, pagaiare in soglia lattacida consente di allenare appieno il metabolismo aerobico innalzando tale capacità ed avvicinandola il più possibile al massimo consumo d’ossigeno o potenza aerobica (PA: parametro misurabile attraverso la rilevazione del VO2max – consumo di ml O2/minuto). Tale modificazione fisiologica determina un incremento prestativo diretto al quale tuttavia si correla un secondo fattore limitante, la capacità aerobica; per essere chiari, lo sforzo in soglia lattacida prevede la combustione energetica di una miscela prevalentemente composta da glicogeno muscolare, che è contenuto nelle miofibrille in quantità LIMITATA. “L’AUTONOMIA” prestativa in soglia lattacida dipende dalla consistenza delle scorte di glicogeno ed al potenziale di smaltimento dell’acido lattico prodotto (quasi 4 mmol/l), e si definisce CAPACITA’ AEROBICA. Inoltre, alzando la soglia lattacida si aumenta anche la soglia aerobica (SAE), la quale rappresenta il livello di intensità ideale (circa 2mmol/l di acido lattico) nelle gare che raggiungono le due ore di durata (gare di fondo lunghissimo) e che prevede la combustione di una miscela contenente una percentuale di acidi grassi maggiore rispetto alla soglia lattacida; svolgere attività in SAE non necessita una particolare capacità di smaltimento del lattato e la durata dello sforzo dipende soprattutto dall’importanza delle scorte di glicogeno muscolare, dell’idratazione e dall’omeostasi idrosalina. Tale capacità è meglio definita RESISTENZA AEROBICA. Per quel che concerne l’importanza della soglia lattacida nel mezzofondo, pare che rivesta un ruolo meno importante rispetto al fondo lungo e lunghissimo; infatti, per quanto sia appurato che il metabolismo aerobico entri in gioco anche negli ultimi istanti di una gara relativamente breve come i 400m piani, lo sviluppo di una maggiore soglia lattacida DEVE lasciar spazio alla...

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TEST COCONI con i rulli

Premessa – Che cos’è il test di Conconi e a cosa serve Per capire a che cosa serve il Test di Conconi è importante conoscere alcune cose relative all’accumulo di acido lattico nel sangue. Per chi non lo sapesse, l’acido lattico è un “prodotto di scarto” derivante dall’azione dei muscoli durante l’attività fisica. In pratica, semplificando, i muscoli per lavorare devono consumare un certo carburante, l’ATP,  il consumo di tale carburante produce delle scorie residue. Una di queste è l’acido l’attico. Il nostro organismo non ha problemi a smaltire queste scorie e anzi, fino ad un certo livello di sforzo, l’acido lattico viene smaltito alla stessa velocità con la quale viene prodotto, pertanto non si accumula. Aumentando lo sforzo si arriva ad un punto in cui la quantità di acido lattico prodotta è superiore alla quantità che si riesce a smaltire ed il livello nel sangue aumenta. Questo punto corrisponde alla Soglia Anaerobica. Il test di Conconi serve ad individuare la velocità corrispondente alla Soglia Anaerobica di un atleta. La prova consiste in una corsa ad intervalli prestabiliti dove, ad ogni intervallo, si aumenterà la velocità di corsa. Nel frattempo verrà rilevata la frequenza cardiaca. A prova ultimata si riporteranno i dati della frequenza cardiaca su di un grafico e si vedrà come l’andamento dei battiti cardiaci andrà aumentando in maniera regolare, seguendo un ipotetica linea retta, fino a quando non si incontrerà un punto di flessione e l’incremento dei battiti proseguirà seguendo un’andamento meno acuto. Ecco, quel punto di flessione corrisponderà alla nostra Soglia Anaerobica. Test Conconi  Come calcolare la frequenza di soglia con i rulli Il test Conconi è ancora oggi il più valido strumento per trovare i valori di soglia, nonostante ci siano alcune voci discordanti sulla sua validità. Se vuoi avere un test professionale e quindi con dati più attendibili, puoi rivolgerti ad un centro medico – sportivo specializzato. Tuttavia per il nostro scopo possiamo effettuare un test con un grado di affidabilità soddisfacente anche senza spendere soldi , anche perché sarebbe bene effettuare questa valutazione non solo una volta ma periodicamente almeno ogni 2-3 mesi. Ecco quindi uno dei metodi per svolgere il test proprio sui rulli. Naturalmente lo puoi fare anche su strada, ma in quel caso avrai bisogno di un rettilineo pianeggiante piuttosto lungo e sgombro da traffico , stop e semafori. Inoltre in strada sei sottoposto alle variabili atmosferiche come il vento e alle sconnessioni dell’asfalto che rischiano di rendere poco efficace la valutazione. Sui rulli invece potrai sempre ricreare le medesime condizioni per i test che farai periodicamente.  Ecco praticamente come fare: Anzitutto hai bisogno di un tipo di rulli che ti permetta di misurare la velocità. Se utilizzi i roller classici non avrai problemi visto che anche la ruota davanti gira e quindi potrai usare i dati del tuo ciclo computer. Se invece utilizzi i rulli tipo home trainer, non tutti i modelli permettono la misura della velocità. In questo caso puoi usare l’escamotage di montare il rilevatore di velocità sulla ruota posteriore. Personalmente  io ho optato per i rulli della ELITE  a cui ho abbinato il ciclocomputer della Garmin modello Edge 500 che ha il sensore della velocià sulla ruota posteriore insieme al sensore della cadenza. In secondo luogo hai bisogno di un cardiofrequenzimetro e di un metodo per annotare i dati. Se usi un ciclocomputer con possibilità di memorizzare gli intervalli di frequenza cardiaca e di scaricare i dati sul pc, non hai nessun problema, in caso contrario non ti preoccupare, puoi chiedere ad una persona di assisterti ed annotare i dati oppure puoi fare da solo utilizzando un...

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V.A.M.: cos’é

La V.A.M. (Velocità Ascensionale Media) è un dato interessante rilevabile dal tempo impiegato a compiere una salita di cui conosciamo il dislivello. E’ espressa in metri/orari (m/h) e sta a indicare quanti metri di dislivello un ciclista riesce a salire in un’ora. Si calcola con una semplice operazione: VAM = dis / ts *3600 dove dis è il dislivello in metri e ts è il tempo di percorrenza in secondi. Facciamo un esempio pratico: Prendiamo il tempo impiegato ed esprimiamolo in secondi: 16 minuti e 26 secondi = 16 * 60 = 960 + 26 = 986 secondi Dividiamo adesso il dislivello della salita 320 metri per i secondi; otteniamo così la VAM in metri al secondo (da non confondere con i metri al secondo della velocità) 320 metri / 986 secondi = 0,33 m/s Per terminare il calcolo moltiplichiamo la VAM in m/s per 3600 (i secondi in un’ora) per ottenere la VAM oraria espressa in m/h. 0,33 m/s * 3600 = 1188 m/h Quindi possiamo affermare che il ciclista ha ottenuto una VAM di 1188 m/h, cioè in un’ora a quell’andatura avrebbe superato un dislivello di 1188 metri. Data la VAM di un ciclista si può stimare il tempo di percorrenza di un’altra salita di cui conosciamo lunghezza e dislivello, attraverso questa formula: ts = VAM / dis * 3600 Facciamo un esempio: Quanto impiegherò a percorrere una salita che ha un dislivello di 845 metri con una VAM di 1188 m/h. Dividiamo la VAM per il dislivello e moltiplichiamo il risultato per 3600 per ottenere i secondi di percorrenza: 1188 / 845 = 0,72 0,72 * 3600 = 2592 secondi che corrispondono a: 2592 / 60 = 43 minuti 43 minuti * 60 secondi = 2580 secondi secondi (2592 – 2580) = 12 secondi Quindi percorreremo la nosta salita in 43 m 12 s Ci sono però delle limitazioni: la salita per la quale stimeremo il tempo dovrà avere una pendenza simile a quella dove abbiamo calcolato la VAM. Vediamo perchè ….. Questo grafico evidenzia in modo chiaro come la VAM sia una misura molto approssimata della potenza di un ciclista. Le linee colorate indicano la potenza effettiva in Watt espressa dal ciclista alle varie pendenze a parità di VAM. Possiamo notare che, più la pendenza diminuisce, più la VAM diventa una misura molto approssimata, infatti sarà molto difficile per il ciclista raggiungere VAM molto elevate; questo perchè al diminuire della pendenza aumenta la velocità del ciclista e di conseguenza lo sforzo in termini di potenza per superare la resistenza all’aria. Un esempio rende più chiaro il concetto: un ciclista percorre una salita di 10 km al 10 % in 1 ora e 20 minuti, sviluppando una VAM di 750 (corrispondente a 192 Watt di potenza). In teoria il ciclista per raggiungere una VAM di 1250 dovrebbe percorre la salita in 48 minuti ad una potenza di 327 Watt e ciò può risultare veritiero. Il solito ciclista però, sviluppando una VAM di 750, percorrerebbe una salita di 10 km al 3% in 24 minuti, con una potenza pari a 300 Watts;e qui possiamo notare come non si possa confrontare VAM uguali con pendenze diverse, infatti al 10% di pendenza corrispondevano 192 Watt di potenza. Inoltre il ciclista per raggiungere una VAM di 1250 dovrebbe percorrere la solita salita in 14 minuti e 24 secondi ad una potenza effettiva di 705 Watts (!!!), limite irraggiungibile. Riepilogando: Ciò dimostra quindi che la VAM non è un giusto metro di valutazione della potenza, ma un metodo veloce di confronto fra prestazioni su salite con pendenza uguale o simile. Non dovremo mai commettere l’errore di paragonare le...

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